IL TRENO CI SALVERA’?

Martedì 19 febbraio 2019, mentre tornavo da Rossiglione (Ge), dove avevo appena distribuito “l’inchiostro fresco” nelle scuole elementari, perché all’interno del giornale vi è l’inserto de “l’inchiostrino” interamente redatto dai nostri cronisti in erba, ho visto sulla A/26 un lungo e lento serpentone di TIR.

All’altezza di Gnocchetto, verso Genova, era da poco successo un brutto incidente con vari mezzi di soccorso velocemente intervenuti sul posto e la viabilità si stava poco a poco riprendendo.

Nel vedere visivamente quella lunga catena di articolati, quasi impotenti come tanti bisonti prigionieri, e avendo da poco visto sulla sponda opposta dello Stura, transitare sulle “Genova – Ovada – Acqui Terme” un treno merci, che, tranquillo, veloce, sicuro e sostanzialmente facendo poco rumore, ma soprattutto occupando poco spazio (una larghezza di un metro e quarantatre centimetri, tanto è lo scartamento di un binario), si trascinava dietro una infinita teoria di carri carichi di TEU (i nuovi container), mi sono detto: “Forse che dietro la feroce opposizione alla Torino – Lione e al Terzo Valico non vi sia la lobby degli autotrasportatori e dei proprietari delle autostrade che nelle ferrovie vedono un loro pericoloso concorrente?“.

Lascio a voi questa riflessione significando però che, nel caso delle ferrovie, prima di fare nuove infrastrutture, occorrerebbe potenziare le linee esistenti oppure, equamente, creare sì nuove linee, ma nel contempo non dimenticando che, se l’Alta Velocità ferroviaria favorisce la vicinanza tra metropoli e l’Alta Capacità ferroviaria libera le strade dai mezzi pesanti, il trasporto dei pendolari favorisce la distribuzione territoriale della popolazione, concorrendo così a mantenere vivi anche gli antichi borghi, una risorsa sociale unica da non perdere, perché gli antichi borghi sono la nostra identità culturale.

Gian Battista Cassulo

Nota: Il filmato, su riprese di Gian Battista Cassulo, è stato montato da Fausto Piombo

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