Questione “Pernigotti”: facciamo un po’ di chiarezza insieme al segretario UILA, Tiziano Crocco

Dopo averne sentite di cotte e di crude sul destino di questo storico marchio italiano, tra interviste TV con i grandi ministri del governo e manifestazioni di piazza, vogliamo fare un po’ di luce sulla situazione e il destino nebuloso della famosa azienda dolciaria Pernigotti 1860.

Il 6 agosto scorso si era praticamente concluso tutto” ci spiega il segretario provinciale UILA (ndr.: sindacato UIL Agroalimentari) Tiziano Crocco,classe 1967, che in modo chiaro e diretto va al centro della spinosa questione senza tanti giri di parole.

Infatti, ci racconta, dopo una lunga battaglia con i fratelli Toksoz, i proprietari turchi dell’azienda, si era giunti ad un accordo dove avrebbero venduto la parte dei preparati per il gelato cioè principalmente il marchio “Maestri gelatieri italiani” ed altri all’imprenditore Giordano Emendatori, chiamato “Il re del gelato” che, già proprietario di numerosi marchi nel settore, avrebbe sviluppato questo comparto dove Pernigotti è sempre stata leader nazionale (con Emendatori sarebbe addirittura diventata leader mondiale) e avrebbero invece venduto alla cooperativa sociale SPES di Torino la parte dell’azienda riguardante il cioccolato.

L’accordo prevedeva che le due nuove società avrebbero mantenuto tutto il personale presente e anzi, dopo aver diviso lo stesso tetto per due anni si sarebbero separati, con l’idea di creare due nuove aziende con sede sempre a Novi Ligure.

Addirittura la cooperativa SPES accennava l’intenzione di attuare, una volta firmato l’accordo, un importante piano industriale dove erano previste addirittura nuove produzioni.

Un cantar vittoria che è durato poco però” ci rivela amareggiato Crocco, perché passate le vacanze estive, il 23 settembre scorso a Milano nello studio degli avvocati della famiglia Toksoz, è letteralmente saltato tutto: Emendatori nell’accordo preliminare aveva dichiarato di voler assumere tutti i lavoratori se “manlevati”, ovvero se coperto da una garanzia tombale su qualunque eventuale pretesa futura verso di lui, ma l’operazione giuridica, dal costo di 7 milioni di euro, doveva essere a carico dei Toksoz che invece all’ultimo pretesero fosse a carico del “re del gelato” il quale ha semplicemente risposto allora di tirarsi fuori dall’accordo.

Con l’imprenditore Emendatori fuori, i Toksoz non hanno portato a termine nemmeno la trattativa con la SPES ma hanno invece optato per vendere i marchi del comparto gelato ad “Optima”, una multinazionale specializzata nei preparati per dolci gestita da un fondo monetario inglese e mantenere sotto il loro controllo il comparto del cioccolato.

Fin qui ci sembra di intendere che, sia pure con i vari “tira e molla” tra i soggetti in campo, tutto sia a posto e che, in ogni caso, l’azienda sembra sia stata salvata. Non è così per il sindacalista Tiziano Crocco che ci illustra alcune sue preoccupazioni “I Toksoz hanno firmato un accordo della durata di 10 anni con Optima fornendogli un servizio di co-packing. A livello di assunzioni la nuova ditta ha preso con sé solo i commerciali (uno per ogni regione italiana). Quindi a confronto con la precedente trattativa, i posti di lavoro non sono tutti salvaguardati. E in un territorio come il nostro dove la ricollocazione è pressoché impossibile, bisognerà quindi lavorare ancora molto sulle trattative di accompagnamento alla pensione di diverse persone.

E conclude “Il sindacato deve fornire servizi ai lavoratori. Il comparto alimentare nonostante tutto sta andando piuttosto bene in provincia di Alessandria nonostante la costante emorragia di posti di lavoro dovuta all’innovazione tecnologica. Ma l’impegno che stiamo mettendo nella “questione Pernigotti” lo metteremo a servizio di tutti per non lasciare soli i lavoratori ad affrontare le sfide future”.

Fausto Cavo

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