LETTERA APERTA AL SINDACO DI OVADA

Caro Lantero

Pur non essendo un ovadese, abbiamo avuto la possibilità, per via del giornale, di conoscerci durante l’ultima campagna elettorale.

È stata la nostra, una conoscenza molto simpatica e condivisa perché abbiamo scoperto di avere alcuni punti di vista molto simili riguardo alla vita comunitaria e in particolar modo all’accoglienza che una città deve saper offrire, sia per rendersi appetibile, sia per promuovere al meglio il territorio che le sta attorno.

Dicevi infatti bene in campagna elettorale, e sui questo “sfondi” nei miei confronti una porta aperta, che “bisogna ragionare in termini di territorio”.

Ovada, come del resto Novi Ligure, o Arquata Scrivia, o Busalla, o Campo Ligure, o Sassello, tanto per citare alcuni dei più grossi centri ove siamo presenti con il nostro “inchiostro fresco”, sono proprio nati per essere dei “comuni centro zona”.

Sono infatti gli attrattori naturali per tutti gli altri comuni che attorno ad essi stanno a corona, vuoi per i servizi, vuoi per i collegamenti, vuoi per la rete commerciale.

E tu in questo senso ti stai lodevolmente “dando da fare” assieme a quei “corpi intermedi” che sono il sale di ogni comunità, quali la Proloco, le varie associazione di volontariato, il famoso “mercatino dell’antiquariato”, ormai noto anche oltre i confini della nostra regione, tanto per citare alcune delle molte realtà ovadesi.

Ma tutti questi tuoi sforzi, uniti appunti a quelli dei citati “corpi intermedi”, potrebbero essere vanificati se, ad esempio, gli operatori economici della città non si ispirano nella conduzione dei loro esercizi commerciali, ad un criterio di economicità e accoglienza che possa in un certo qual modo rendere ancor più appetibile e concorrenziale la bella Ovada sul mercato turistico e della vivibilità.

Non basta infatti la Pubblica amministrazione, ovvero il Comune, a rendere migliore una città.

Ci vuole anche il concorso della gente. Di tutta la gente. Dal privato cittadino che nell’esercizio della sua vita di tutti i giorni si comporta in modo civile e corretto a partire, ad esempio, dal rispetto sulle norme per la raccolta dei rifiuti, alla rete commerciale che, essendo la prima in ordine assoluto nell’accoglienza dei turisti e nel conforto dei residenti, deve saper offrire un servizio adeguato e compatibile con i difficili tempi che stiamo attraversando.

Ieri purtroppo (martedì 27 agosto 2019) ad Ovada non abbiamo avuto un segno tangibile di questo impegno.

Da Novi infatti, con mia moglie Giusy abbiamo deciso di fare una puntata nella tua città e, parcheggiata l’auto nel parcheggio con vista “là dove l’Orba si beve lo Stura”, per parafrasare il titolo di uno scritto dell’indimenticabile prof. Sergio Basso, ci siamo subito diretti nel Centro storico che tanto ci richiama gli angoli della vecchia Genova, città alla quale noi siamo molto affezionati.

Abbiamo scelto un simpatico bar, chiedendo se potevamo accomodarci nel dehors dove vi era un bel tavolino libero, ma che è stato immediatamente occupato da una giovane avventrice entrata subito dopo di noi che, sentendo le nostre intenzioni, si è precipitata ad occuparne il posto.

Poco male, ci siamo accomodati all’interno del locale e, quasi come in una sauna, nonostante le varie porte aperte per favorire una sia pur lieve ventilazione, abbiamo ordinato due tè e due fette di torta.

Ottimo il e ancora più buona la torta, ma sudati marci, abbiamo deciso, sia pur ben rifocillati, di uscire e far due passi seguendo l’anello Via Cairoli, Via Torino e via San Paolo della Croce per poi magari fermarci a prendere una pizza da qualche parte.

Vado al banco per pagare e mi viene presentato uno scontrino di 10 euro (le vecchie venti mila lire!!!!). Due euro per il e tre per la porzione di torta moltiplicati per due!!!!

Micidiale!!!!! E se fossimo stati una famigliola magari con due bambini al seguito in visita di piacere ad Ovada, quanto avremmo speso in quel bar? Minimo avremmo dovuto fare un mutuo!!!

Considerato che gli stipendi medi viaggiano attorno ai 1400 euro mensili, tu capisci che per una famiglia, con questi prezzi, torna alla lunga un po’ difficile uscire fuori di casa!!!

A mio modesto avviso dovresti incontrare le associazioni di categoria e chiedere ad esse, così come stanno facendo gli Enti Locali, uno “sforzo d’immagine”, calmierando i prezzi nella prospettiva di vedere, un domani, maggiormente frequentata la città.

Comunque, per evitare ulteriori sorprese, abbiamo rinunciato alla pizza e siamo ritornati a Novi, abbiamo consumato una gustosa cenetta sul terrazzino di casa nostra!!!

Un sincero saluto da Gian Battista Cassulo

3 Replies to “LETTERA APERTA AL SINDACO DI OVADA”

  1. Ma in che mondo vivere? Caro Gianni sono prezzi normalissimi al tavolo. Siete un po’ genovesamente taccagni

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