L’Associazione Pendolari Novesi e i problemi del trasporto pubblico

Recentemente in Novi Ligure è stata tenuta l’assemblea dell’Associazione Pendolari Novesi. Tra i temi trattati, le novità nell’orario sulla  Genova – Torino e sulla Tortona – Milano, le criticità segnalate dai pendolari novesi sulle linee ferroviarie, la situazione dei rimborsi pregressi su abbonamenti interregionali.

Tra l’altro, segnalate le frequenti rotture degli scambi che hanno provocato ritardi fino ad un’ora; l’eccessivo sovraffollamento dei treni in partenza da Genova per Torino alle 17.21 e 18.21; la frequente cattiva termoregolazione delle carrozze, che a volte risultano eccessivamente riscaldate (come segnalato anche da noi in un precedente articolo), altre volte fredde; la mancanza di piani di emergenza seri per fare fronte agli imprevisti. Da segnalare anche che, sulla linea per Milano, gli inconvenienti sui treni gestiti dalla Trenord sono ancora maggiori rispetto a quelli di Trenitalia. Nelle prossime settimane sono previste riunioni con AMP a Torino e con RFI. E’ aperta la campagna iscrizioni all’Associazione per il 2020.

Il testo completo del comunicato, oltre a essere presente nel sito dell’associazione http://www.associazionependolarinovesi.org/  viene qui riportato come allegato. 

Su questi temi abbiamo intervistato l’Ing. Andrea E. Pernigotti presidente dell’Associazione Pendolari Novesi:

La situazione dei trasporti ferroviari che attraversano la zona del novese, rispetto agli anni scorsi, è migliorata o peggiorata?

La situazione è purtroppo peggiorata e lo dico a malincuore. La mia esperienza di pendolare, dal 2002 ad oggi, mi ricorda che ci sono meno treni rispetto a prima, i tempi di percorrenza si sono allungati, le percentuali di ritardi sono aumentate, checché ne dicano gli stessi gestori. E soprattutto non ci sono più le le famose FS che da buona azienda statale, discutibile quanto si vuole, comunque aveva un dialogo con le associazioni di pendolari e di consumatori. Insomma, in qualche modo venivamo ascoltati.
In anteprima venivamo informati delle modifiche e dei cambiamenti e le nostre proposte a volte venivano prese in carico. Adesso abbiamo una serie di aziende (RFI, Trenitalia, Trenord, Grandi Stazioni, Cento Stazioni, Bus Italia, etc.) che non ci ascoltano e si scaricano le responsabilità reciprocamente.
Unica nostra speranza sono le Regioni e le varie Agenzie da esse controllate a cui ci rivolgiamo in quanto titolari dei Contratti di Servizio, ed in questo mi piace riscontrare una piccola inversione di tendenza.
Faccio un esempio, abbiamo chiesto ad Agenzia Mobilità Piemonte e a Regione Lombardia alcune modifiche a tracce e orari sulle linee Genova  Torino e Genova – Milano e siamo stati ascoltati.
Per quanto riguarda il materiale la situazione è quella che è, sotto gli occhi di tutti. Il materiale è sempre lo stesso da decine di anni e sta mostrando i segni del tempo.
La manutenzione delle linee e del materiale rotabile è il grande problema della nostra epoca.
In attesa dei treni nuovi che devono sempre arrivare ma non arrivano mai.
E quindi la tendenza in questo caso è negativa: treni vecchi, non adeguatamente manutenuti, guasti frequenti, sovraffollamento, ritardi e chi più ne ha più ne metta.

L‘interruzione al servizio locale ferroviario tra Novi Ligure e Tortona ha provocato disagi agli utenti? Esiste una rilevante richiesta di ripristino?

Assolutamente e senza ombra di dubbio.
Vi invito a non credere a chi minimizza questo problema.
Insisto sul mio cavallo di battaglia di sempre: una città come Novi Ligure non può assolutamente essere isolata da Milano, porta d’Italia, d’Europa e del mondo. per andare ovunque, Roma, Londra, New York si passa sempre da Milano. Isolare Novi da Milano è un atto criminale. A Novi risiedono fior fiore di professionisti che al mattino si recano a Milano.
Parliamoci chiaro: il viaggio in autobus da Novi a Tortona, ed ugualmente con l’auto privata, su una strada ultra trafficata, piena di camion e di buche, non può non essere un viaggio che crea disagi.
Chi non si lamenta più è perché è semplicemente rassegnato.
La richiesta di ripristino esiste eccome: prima di tutto da parte nostra e poi  anche dei nostri amministratori locali.
Come ipotizzato sul nostro ultimo comunicato, speriamo di riuscire ad organizzare nelle prossime settimane una riunione, durante la quale venire a conoscenza dello stato dei lavori e delle tempistiche (che auspichiamo il più possibile attendibili e certe). Per poter sperare di tornare ai tempi in cui si poteva salire sul treno a Novi e scendere in centro città a Milano senza cambi.


Il numero di treni e i posti a sedere disponibili sulle linee tra Genova, Torino e Milano sono abbastanza adeguati?

Come già detto, i treni sono diminuiti, i tempi di percorrenza e i ritardi sono aumentati; il materiale è vecchio e spesso insufficiente.
La situazione si commenta da sé: lo standard ormai è quello di viaggiare su un treno vecchio e sovraffollato, spesso in piedi, al caldo d’estate e al freddo d’inverno, che ci mette una vita e rischia di guastarsi.
Questo sarebbe l’incentivo per il cittadino privato ad utilizzare il mezzo pubblico? Ma per piacere…
Ci sono i soldi per fare il terzo Valico ma intanto ospedali e ferrovie chiudono e cadono a pezzi. Sono cose viste come un fastidio invece che una opportunità.


Quest’ultima, direi condivisibile, riflessione ci porterebbe ad allargare il discorso a come viene gestita l’economia in Italia: si privilegiano grandi opere costosissime, forse sotto la spinte di aziende molto influenti, e si trascurano quegli investimenti più piccoli e diffusi che porterebbero innanzitutto maggiori benefici per tutti i cittadini, ma anche un maggior numero di posti di lavoro.

Ma si tratta di un discorso molto lungo…

Stefano Rivara

In copertina: stazione di Novi Ligure -foto di Neq00 – Wikimedia Commons

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