QUESTE ALLUVIONI NON INSEGNANO NULLA

A Roma oggi è stata posata la prima pietra per un nuovo grande polo ospedaliero. Ma a Roma già esistono grandi strutture ospedaliere dismesse o abbandonate. Perché cementificare nuovi milioni di metri quadrati di territorio?

Catania è andata sott’acqua, ma anche qui da noi non abbiamo scherzato con la Valle Stura praticamente ridotta ad una frana e strade inagibili ormai da più di due anni.

La colpa? Certamente i cambiamenti climatici, ma soprattutto il dissesto idrogeologico causato da anni, sia da un processo di spopolamento delle montagne, sia da una urbanizzazione selvaggia dove a comandare non erano i sindaci o gli urbanisti, ma la speculazione urbanistica.

Dagli anni Settanta si è costruito (male) di tutto e di più. Le nostre infrastrutture si stanno letteralmente sbriciolando e le acque dei fiumi e dei torrenti violentemente si stanno riconquistando gli spazi che gli erano stati sottratti.

Nonostante ciò, si continua sulla via della cementificazione costruendo “del nuovo” e trascurando invece ciò che già c’è e che magari giace nel degrado e nell’abbandono.

Un esempio di ciò che sto dicendo è la posa della prima pietra avvenuta oggi a Roma per un nuovo grande polo ospedaliero universitario per potenziare lo studio e la ricerca sulle nuove frontiere della medicina.

Ottima cosa per le finalità di questo nuovo polo, ma perché costruire una nuova struttura quando già a Roma esiste una grande area ospedaliera che nei tempi andati era in grado di ospitare sino a 2800 posti letto, ora in preda al degrado e alle erbacce?

Parlo dell’Ospedale Forlanini che ai suoi tempi era addirittura una città nella città per la completezza dei servizi che era in grado di offrire ai suoi degenti e che aveva una architettura di tutto rispetto, con grandi verande e stanze sempre soleggiate, e al suo interno grandi spazi di aggregazione sociale come addirittura un teatro.

Tutto questo ora è nell’abbandono. Perché Invece di costruire una cosa nuova non si recupera il vecchio?

Gian Battista Cassulo

Su questa pagine ne avevamo già parlato con un articolo uscito il 16 marzo 2020, con il titolo: “Una riflessione sulla politica ospedaliera di questi ultimi anni”. Ecco il link:

     

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