L’ATTENTATO DEL “GNOCCHETTO”: UN EPISODIO CHE NON BISOGNA DIMENTICARE

IL DERAGLIAMENTO FERROVIARIO DEL 27 FEBBRAIO 1945 NELLA FRAZIONE “SANTO CRISTE-GNOCCHETTO” – COMUNE DI BELFORTE MONFERRATO (Al)

Quest’anno ricorre il 77° anniversario del deragliamento ferroviario avvenuto il 27 febbraio 1945 a Gnocchetto, nel territorio del Comune di Tagliolo-Belforte (oggi Comune di Belforte)

Sulla linea ferroviaria “Genova-Ovada-Acqui”, i partigiani organizzarono un attentato ad un treno tedesco che di notte pattugliava la linea per evitare sabotaggi. Purtroppo, verso le ore diciannove, giunse al Gnocchetto, in località Santo Criste, il treno accelerato per Torino, carico di pendolari, che raggiungevano le famiglie sfollate in Piemonte. L’accelerato era in forte ritardo e non avrebbe dovuto transitare sulla “Genova-Ovada-Acqui”, ma vi era stato deviato a causa di eventi bellici che ne avevano determinato il cambio di percorso.  Quando il treno giunse nel punto in cui erano stati allentati alcuni bulloni dei giunti delle rotaie, la motrice si staccò dalle vetture, la prima vettura ed il bagagliaio si rovesciarono in un ritano e le altre vetture si inclinarono su un fianco.

Il deragliamento ebbe luogo sul ponte che collega la galleria della Rocca con la galleria del Ciso, nella valle del Rio Ceci, sul confine con la Liguria. Secondo recenti aggiornamenti, quindici persone morirono sul posto.

Intervennero i militi della Croce Rossa di Genova ed una parte dei feriti vennero trasportati all’ospedale di Ovada ed al San Martino di Genova.

Le opere di soccorso furono ardue; giunsero medici, vigili del fuoco, furono usate fiamme ossidriche per liberare gli imprigionati tra le lamiere. Uno spettacolo terrificante, tra pianti, lamenti, urla.

I tedeschi fecero distribuire un manifestino, dal quale risultavano 26 morti e 40 feriti. All’alba, erano pronti a bruciare tutto l’abitato di Gnocchetto, se tra le vittime si fosse trovato un solo tedesco. Ciò non accadde e la frazione fu salva

Vittime decedute a Gnocchetto il 27/2/1945

  • Domenico Camera, nato a Tagliolo, residente a Genova, 33 anni, manovale
  • Martino Daidone, nato in provincia di Catania, residente a Genova, 36 anni, marittimo
  • Alberto Ferrando, di Genova, 44 anni, esercente
  • Adolfo Lanzarotto, di Genova, 42 anni, pescivendolo
  • Giuseppe Musumeci, nato in provincia di Catania, residente a Genova, 23 anni, marittimo
  • Antonino Marino, nato a Palermo, residente a Genova, 42 anni
  • Andrea Scurfoglizzo, nato in provincia di Napoli, residente a Genova, 38 anni
  • Aristide Monzeglio, nato a Murisengo, residente a Genova, 50 anni
  • Giuseppe Cabella, nato a Gavi, residente a Genova, 39 anni, operaio
  • Giuseppe Cavallero, nato a Borgoratto, residente a Genova Sestri, 40 anni, elettricista
  • Virginia Lolli, di Rapallo, 32 anni
  • Bruno Cevasco, di Bargagli, 30 anni, contadino
  • Domenico Guarnaschelli, nato in provincia di Pavia, residente a Chiavari, 61 anni, conduttore ferrovie
  • Giuseppe Romano, nato in provincia di Bari, residente a Genova Rivarolo, 52 anni, manovale
  • Demetrio Massimo Marzocchi, di Torino, 36 anni, falegname.

Vittime decedute in altra data, in seguito alle ferite riportate

Vittorio Sgarlata, Armando Landi, Secondo Barboro

Si spera che il prossimo anno sia possibile ricordare nuovamente le vittime con una cerimonia pubblica

Renzo Pastorino*

(*) Renzo Pastorino è un appassionato di storia locale e profondo conoscitore del territorio della valle Stura e dell’ovadese

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