LA “GIORNATA MONTEVERDIANA” A BISTAGNO

UN CONVEGNO E UNO SPETTACOLO ALL’INSEGNA DELLA CULTURA

“L’ANGELO E MONTEVERDE”

Il nuovo spettacolo di Rete Teatri “L’Angelo e Monteverde” va in scena Sabato 9 luglio a Bistagno, alle 21, 30 presso la Gipsoteca Giulio Monteverde, raccontando il dialogo immaginario tra lo scultore e la sua opera, in questo caso l’Angelo.

Lo spettacolo è un’occasione per scoprire l’interessante gipsoteca dedicata allo scultore nato a Bistagno nel 1837 e morto a Roma nel 1917. La gipsoteca è aperta nei weekend dalla primavera all’autunno e su prenotazione negli altri mesi dell’anno e contiene numerosi modelli in gesso dello scultore piemontese. Altri sono conservati presso la Gam di Genova Nervi.

LA TRAMA DELLO SPETTACOLO

Oppresso dal dolore di tutti i suoi committenti per la realizzazione di monumenti funebri, Giulio Monteverde chiede aiuto ad un angelo che sta scolpendo, chiedendogli di farsi carico di tutte quelle sofferenze umane e di restituirgli la serenità.
L’angelo, destinato a una tomba del cimitero di Staglieno di Genova, si anima e sembra catturare nei suoi occhi tutte le umane disperazioni. Le evoca e le sublima nei pensieri della persona che sta vegliando, dandogli voce, raccontando la storia di un marinaio naufrago su un’isola che in sogno costruisce la sua patria come avrebbe voluto che fosse, ma il sogno si fa più reale del ricordo e alla fine diventa realtà.

Monteverde però, convinto di essere stato privato dall’angelo dell’empatia e dell’umano dolore che lo opprimeva, si accorge che le sue opere, sia pur perfette, sembrano prive di quella emozione che fino ad allora era riuscito a dar loro, portandolo a momenti di abissale sconforto, temendo di essere diventato una sorta di automa che riproduce in maniera quasi meccanicistica duplicazioni.

L’angelo gli fa capire di non aver mai sottratto quella empatia dalla mente dell’artista, perché non è che un sogno, una sua proiezione, più reale della realtà. La sua capacità di artista non è cambiata, deve solo ricercarla dentro di sé.
Tra momenti di crisi e di entusiasmo raggiunge la consapevolezza delle sue potenzialità di artista che riesce a toccare gli animi.

Alla fine, tutto ciò che era nato dal silenzio della veglia funebre ritorna silenzio.

Andrea Macciò

Nelle foto qui sotto a sinistra la copertina de “La città silenziosa” edita da De Ferrari con prefazione di Rosanna Crotti Spigo, manager de “La Generale” di Genova Sampierdarena e a destra la tomba della Famiglia Oneto. Sotto un filmato sull’Angelo di Monteverde. In alto a sinistra Monica Massone di Quizzy Teatro e a destra Giulio Monteverde. Nella foto di copertina la Gipsoteca “Giulio Monteverde” di Bistagno tratta da Acqui news

La statua dell’Angelo di Monteverde, realizzata nel 1882, decora la tomba della famiglia Oneto, nel Cimitero monumentale di Staglieno

Questa statua, detta anche dell’Angelo della Resurrezione, è caratterizzata dalla forte sensualità che traspare dallo sguardo e dalla postura dell’angelo che tutto sembra fuorché presente all’evento luttuoso della tomba della quale è il testimone. Sembra una figura staccata, eterna ed estranea ad un fatto che gli sembra legato agli eventi terreni, mentre lui, l’angelo, ne è al di sopra e guarda lontano, quasi ad un nuovo mondo, un modo dove si mescola tutto e il contrario del tutto, un mondo dove è difficile distinguere la vera realtà delle cose. Una realtà che si presenta ambigua e forse per questo stimolante nella sua ricerca, perché quasi si ha timore, nello scoprirla nella sua vera ed esatta identità, di essere impietosamente giudicati da un figura onirica..

Gian Battista Cassulo

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