UN PROGETTO FOTOGRAFICO DI SALVATORE GIÒ GAGLIANO

In mostra alla Biennale di Arti Visive di Settimo Torinese “Oapatos/Aopatos fino al 18 dicembre

Nella sede del Mulino Nuovo di Settimo Torinese, preziosa testimonianza ottocentesca di archeologia industriale, ha sede l’Ecomuseo del Freidano in un’area di pianura compresa tra Torino, Settimo e Chivasso fortemente segnata dalla presenza dell’uomo e in stretta relazione con il fiume Po.  Un esempio molto interessante di recupero per fini culturali di uno spazio industriale dismesso: altri esempi in Italia sono la Centrale Montemartini a Roma e la Fabbrica del Vapore a Milano

lEcomuseo del Freidano

L’Ecomuseo presenta diversi allestimenti museali distribuiti tra spazi interni e aree esterne in un percorso espositivo che coinvolge il visitatore attivamente nella scoperta della storia e dell’evoluzione del territorio ripercorrendo un viaggio nel tempo tra gli antichi mestieri. Visitando la nuova Sala del ‘900 e gli allestimenti di archeologia industriale il percorso nella memoria prosegue sino all’industrializzazione del XX che ha fortemente connotato la città di Settimo Torinese.

Oltre all’esposizione permanente l’ecomuseo di Settimo ospita anche mostre temporanee, laboratori e attività didattiche.

Sino al 18 dicembre 2022 l’Ecomuseo del ospiterà al secondo piano secondo piano della palazzina museo, la IV edizione della Biennale di arti visive DIALLEKTIKE’. Il tema dualistico di questa edizione è OPATOS/AOPATOS (Visibile-Invisibile)

25 artisti propongono la loro personale chiave interpretativa attraverso due opere ispirate dall’aspetto dicotomico del tema oggetto del confronto dialettico. Tra gli artisti in mostra, il fotografo vercellese Salvatore Già Gagliano, del quale ci siamo già occupati per Inchiostro Fresco a proposito del progetto fotografico “Change Over” esposto a Vercelli nel giugno scorso.

La dicotomia affrontata nel progetto fotografico “Bə” di Salvatore Giò Gagliano è quella tra maschile e femminile. To Be, come essere, scritto con la schwa, il simbolo fonetico neutro proposto dalla linguista Vera Gheno per un linguaggio più inclusivo e che riprende da un certo punto di vista il “genere neutro” della lingua latina dalla quale l’italiano deriva.

Come si legge nella prefazione a cura di Giulia Bodo:

“B” come il lato B, quello ignorato in superficie. Il progetto di Salvatore Giò Gagliano ci conduce, scatto dopo scatto, alla scoperta dell’essenza di ciascuno di noi: la nostra parte maschile si afferma per poi spogliarsi di tutte le sovrastrutture ed arrivare ad abbracciare la nostra parte femminile, per poi ancora fondersi in un tutto, che accoglie e valorizza le diverse sfaccettature della nostra anima, della nostra espressione, della nostra diversità. In una società che ancora associa il femminile a stereotipi come debolezza, insicurezza e instabilità, Giò ci insegna a mettere in luce le parti di noi stessi che ci ostiniamo a combattere e e a rinnegare, quando dovremmo semplicemente accettarle ed amarle per far convivere in pace le varie sfumature del nostro essere. Un progetto fotografico coraggioso, dirompente, che scardina luoghi comuni e ci guida in un percorso di autodeterminazione ed accettazione dei nostri lati “B”.

Andrea Macciò

INFO: La mostra è visitabile fino al 18 dicembre presso Ecomuseo del Freidano, Via Ariosto 36/bis, Settimo Torinese (To). Orari: mercoledì, sabato e domenica dalle 15 alle 18

ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE: ALTRI DUE ESEMPI DI RECUPERO DI CAPANNONI DISMESSI

Pubblichiamo con vero piacere questo pezzo che ci giunge trami Andrea Macciò, in quanto anche a Novi Ligure (Al) sono stati eseguiti notevoli recuperi di capannoni dismessi, ascrivibili al contesto dell’archeologia industriale. Trattasi di due enormi capannoni appartenuti all’ex complesso industriale ILVA ove attualmente sono ospitati il “Museo dei Campionissimi” e l’area espositiva delle “Dolci Terre

Gian Battista Cassulo

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