Alessandria, una mostra per celebrare un anniversario importante della città
In occasione delle festività natalizie, la “buvette” di Palazzo del Monferrato ospita la mostra fotografica “Cento immagini per Gelindo 100“, dal 16 novembre 2024 al 12 gennaio 2025, a cura dell’Associazione San Francesco di Alessandria.
La mostra è dedicata alla “Divòta Cumédia” che viene messa in scena nel periodo natalizio grazie all’impegno dei volontari dell’associazione San Francesco di Alessandria ininterrottamente dal 1924.
Gelindo è un giovane che di fronte al Bambino dimentica la poesia di Natale, ma si fa perdonare mostrando l’essenza delle cose: un sorriso, un saluto, il semplice ma essenziale dono della presenza, in un mondo in cui, a dispetto delle apparenze, pare sia l’incomunicabilità a dominare.
Il personaggio di Gelindo, come ci ha raccontato una delle volontarie dell’associazione e curatrici della mostra, è particolarmente radicata nella tradizione natalizia piemontese e in particolare in quella delle “quattro provincie”, Alessandria, Genova, Pavia e Piacenza e a partire dai primi del Novecento inizia ad essere rappresentato con frequenza soprattutto nel tortonese.
L’origine del Gelindo è sicuramente da ricercarsi nell’alessandrino e nel Monferrato e gli studiosi concordano nel porre la sua prima scrittura nel XVII secolo: in alcune versioni, Gelindo sarebbe stato “magicamente” trasportato dagli Angeli direttamente dal Monferrato a Betlemme.
La tradizione orale di Gelindo è nettamente apparentata al teatro medioevale di tutta l’area franco piemontese, ai Misteri francesi e ai presepi viventi di tradizione francescana, divenuti in seguito “sacre rappresentazioni” nel quale il sacro si mischia al profano e la tradizione cristiana a quella pagana, come nel presepe napoletano.
Uno dei maggiori studiosi del Gelindo è Rodolfo Renier, che nel libro del 1896 “Gelindo. Dramma sacro piemontese della natività di Cristo” afferma che in questo personaggio si fondono le qualità del pastore idillico con quello del “villano”, e lo spirito un po’ rude, ingenuo, bonario della tradizione contadina piemontese.
Gelindo può essere considerato il corrispettivo “campagnolo” del cittadino Gianduja, la maschera torinese espressione del buon senso popolare.
Gelindo, come la tradizione presepiale italiana mischia sacro e profano, e ogni edizione è introdotta dall’attesa “busina” analisi critica e ironica degli avvenimenti sociali e politici dell’anno passato. La scenografia è stata cambiata più volte, uno degli apporti più significativi è stato quello di Padre Agostino da Costanzana negli anni Sessanta. Negli anni Cinquanta la prima Madonna a cantare la Ninna Nanna a Gesù Bambino, è stata interpretata da Olga Moraschi.
Tra le novità degli ultimi anni, quella del 2023, nel quale il figlio di Gelindo, Narciso, è diventata una bambina, Narcisa.
Numerose rappresentazioni di questa “cumédia” risalgono ai primi anni del secolo scorso nel tortonese. In Alessandria la rappresentazione fissa di Gelindo arriva quasi per caso, come un passatempo invernale ideato da uno dei frati dell’ex convento di San Francesco per intrattenere e rafforzare lo spirito natalizio.
Con il tempo Gelindo e la sua rappresentazione teatrale sono diventati uno dei simboli di Alessandria e del suo Natale, un punto fermo dell’identità dell’unica città che ha continuato a mettere in scena senza sosta “la divota cumédia”. Alcune rappresentazioni di Gelindo si riscontrano anche in provincia di Biella, Verbano-Cusio-Ossola e in Liguria, mentre come personaggio del presepe è diffuso appunto in Piemonte, Liguria e nelle provincie di Piacenza e Pavia.
In mostra oltre 100 fotografie di scena dal 1924 ad oggi, una ricostruzione della scenografia tradizionale con la tecnica dei “cartelami” una corposa collezione delle migliori locandine della Divota Cumédia e alcuni libri in consultazione dedicati alla storia di Gelindo, l’ultimo del 2014 per i novanta anni della rappresentazione, riporta le opinioni e le sensazioni sulla Cumédia espresse dai giovani alessandrini.
La rappresentazione di Gelindo è fortemente legata anche alla storia artistica e imprenditoriale di Alessandria: in mostra un’immagine di Pietro Morando mentre realizza il dipinto “Il Presepe” ispirato a Gelindo, e all’associazione che rappresenta il Gelindo sono stati negli anni donati cappelli di prima pressatura dalla Borsalino.
La rappresentazione del Gelindo ha saputo nello stesso tempo rimanere fedele alla tradizione, restando uno dei principali esempi di teatro dialettale della città di Alessandria, e interpretare lo spirito dei tempi rinnovando le scenografie e i personaggi, come d’altra parte avviene nella tradizione italiana, sorretta dalla passione dei volontari e degli interpreti e dal grande interesse degli alessandrini.
Oggi le rappresentazioni del Gelindo sono di norma undici o dodici, e gli organizzatori stimano che nel complesso sia stato rappresentato oltre 850 volte.
Andrea Macciò
La mostra è aperta sabato e domenica con orario 10-13 e 16-19 fino al 12 gennaio 2025
Ingresso gratuito. Per informazioni: info@daifrati.org
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