
Sempre più ampi spazi di terreni agricoli vengono sottratti alle coltivazioni

Sia in pianura come in collina, ma anche nelle zone montagnose, stanno sorgendo come funghi “parchi fotovoltaici”

Un tempo, andando da Novi verso Ovada, si viaggiava quasi sempre in mezzo al verde e nei mesi estivi, sino a settembre inoltrato, in un mare di grano e poi di mais e in lontananza era facile vedere le fila ordinate dei pioppeti.
Volgendo poi lo sguardo verso l’alto, si scorgevano i vigneti, che pettinavano con i loro filari i fianchi delle colline, a tratti coperte di boschi.
Poi, mano a mano, quello scenario è iniziato a cambiare. Uno dopo l’altro sono spuntati come funghi capannoni industriali e ora tra un capannone e l’altro, in quello che un tempo era il regno dell’agricoltura, stanno nascendo enormi distese di parchi fotovoltaici.
Certamente i capannoni portano lavoro come i parchi fotovoltaici, nella loro qualità di fonti rinnovabili, forniscono energia e quindi indipendenza dall’approvvigionamento energetico e, si spera, anche un alleggerimento delle bollette.
Ma se continua così, un domani dove andremo a coltivare i prodotti che serviranno ad imbandire le nostre tavole?
I vecchi contadini, che conoscevano la fatica della cura dei campi, dicevano; “Fa male alla schiena coltivarli, perché la terra è bassa, ma è preziosa” e avevano ragione!
Personalmente chi scrive non è contro il progresso, ma il progresso deve essere intelligente e rispettoso dell’ambiente e allora ci giunge spontanea una domanda: perché invece di sistemare su migliaia di metri quadrati di buona terra, i pannelli fotovoltaici non vengono alloggiati sulle coperture dei capannoni industriali, ma anche sulle terrazzate dei condomini e in genere su tutte quelle superfici già edificate?
Ciò, oltre che a rendere autonomo dal punto di vista energetico le costruzioni ove tali pannelli vengono posizionati, lascerebbe spazio all’agricoltura e alla naturalezza dell’ambiente.

Noi come giornale è già da un po’ di tempo che lo andiamo scrivendo e addirittura nel 2019 e poi lo scorso anno avevamo pubblicato due articoli dove il nostro Geom. Umberto Cecchetto aveva proposto alla Civica amministrazione di Novi Ligure (Al) l’installazione sulle terrazzate poste a copertura dei colombari del Cimitero, una distesa di pannelli fotovoltaici, non solo ad uso del Cimitero stesso ma anche per fornire energia a costo zero anche ad altre strutture pubbliche, secondo lo schema che qui sopra vedete. E il tutto senza consumare un centimetro quadrato di terra coltivabile!!!!
Ma tutto rimase, ed è proprio il caso di dirlo, lettera morta ed ora invece stiamo assistendo alla nascita di grandi distese di pannelli fotovoltaici là dove un tempo i trattori aravano i terreni!!!!
Gian Battista Cassulo
QUELLO CHE LA TERRA CI DÀ
Vi presentiamo un video realizzato dall’Istituto Sandro Pertini di Torino, basato su un’idea dell’Istituto Zooprofilattico Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, promosso in ricordo di Elio Mosso da “Iter – Città di Torino” e prodotto con il sostegno della Compagnia di San Paolo
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