
Bartolomeo Minetti, conosciutissimo politico locale. è scomparso lunedì 26 maggio 2025
Mercoledì 29 maggio 2025, presso la Parrocchia di San Sebastiano a Silvano d’Orba (Al), si sono svolti i funerali di Bartolomeo Minetti, conosciutissimo politico locale, diventato popolarissimo per le sue numerose battaglie politiche in favore di tutto il territorio ovadese e della Provincia di Alessandria, fra le quali la più famosa e sentita, quella per la costruzione, prima e per la difesa poi, dell’Ospedale di Ovada.
Sindaco di Silvano d’Orba dal 1985 al 1999, Minetti è stato un convinto Socialdemocratico della prima Repubblica, diventando segretario della Federazione di Alessandria e collaborando direttamente e in prima persona con l’Onorevole Pier Luigi Romita e con il Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat.
Durante la seconda Repubblica ha collaborato con il centro destra e Forza Italia, candidandosi alle elezioni Provinciali riscuotendo un enorme consenso personale.
Amatissimo in tutto l’Ovadese, l’Alessandrino e da tutti i suoi concittadini, ci ha lasciati improvvisamente lunedì 26 maggio ultimo scorso, lasciando sgomento e grande senso di vuoto in chiunque lo avesse apprezzato per le sue qualità umane e politiche. A testimonianza della grande stima e affetto che Bartolomeo Minetti riscuoteva fra le persone, in tantissime persone si sono riversati a Silvano per partecipare alle esequie e porgergli un ultimo commosso omaggio.
La Redazione
IL NOSTRO RICORDO
“Salvare il passato per poterlo trasmettere…. nella consapevolezza che il presente dovrà sempre pagare il conto al passato”, scriveva nel 1997 Giovanni Caccia, oggi docente presso il Liceo Amaldi di Novi Ligure, in una prefazione ad un volumetto, il “Blocco di Appunti“, edito da “Lo Scettro ai Cittadini”, emanazione universitaria dell’Associazione “Club Fratelli Rosselli”, editrice de “l’inchiostro fresco”.
E “l’inchiostro fresco”, quando decise nel 2005 di trasformarsi da foglio prettamente culturale a giornale d’informazione locale, diventando la voce di “Rondinaria e dell’Oltregiogo”, volle sin da subito rendere merito a queste sacrosante parole, interpretando, o tentando di interpretare, il ruolo di testimone di questo variegato territorio.
E così tutti noi de “l’inchiostro fresco” iniziammo ad onorare questo nostro impegno – come scriveva nel dicembre del 2008 Gianni Ricca, l’allora nostro Direttore responsabile, in un suo editoriale dal titolo molto significativo “Siamo tutti giornalisti” – diventando il mensile dei fatti “con l’ambizione di entrare nelle case della gente per portare la cronaca vera e, citando Piergiovanni Agnes, l’indimenticabile Direttore de Il Popolo di Novi, abbattere i campanilismi”.
In questo senso, le nostre rotative iniziarono a macinare centinaia di pagine che ogni mese distribuivamo nei paesi della Valle dell’Orba, che noi chiamavamo Rondinaria, per poi, piano piano, allargarci a tutto l’Oltregiogo.
E su questa nostra strada trovammo il sindaco di Silvano, Bartolomeo Minetti, da tutti conosciuto come “Meo”.
Ci aprì sin da subito le porte del Comune e noi ci sentimmo onorati di questa sua fiducia, anche perché a Silvano d’Orba, grazie a Minetti, incontrammo un’altra grande persona, Gianfranco Romero del Circolo culturale “Ir Bagiu”, con il quale diventammo subito amici, perché insieme avevamo un comune sentire: l’idea di Rondinaria, la Città dei Paesi.
Ovvero creare, sulle spoglie della passata storia di questo territorio, una città diffusa per superare, sulla scorta del pensiero degli urbanisti utopisti degli anni Sessanta, la frantumazione amministrativa (e i campanilismi) di un territorio che invece è unico nella sua realtà geografica, ambientale ed economica e che abbisognava e abbisogna di adeguati servizi sociali.
E in questo senso Bartolomeo Minetti si è sempre battuto per dotare la Valle dell’Orba di quei servizi territoriali indispensabili alla vita della comunità locale, come ad esempio fece con la battaglia che condusse assieme ad un altro indimenticabile personaggio politico di grande spessore, il prof. Vincenzo Genocchio, per la realizzazione dell’Ospedale di Ovada, inaugurato il 28 aprile 1990.

Ma Bartolomeo Minetti aveva anche una visione politica che travalicava quella prettamente locale, impegnandosi in prima persona nelle vicende nazionali.
Aderì infatti sin da subito al Partito socialdemocratico che si era costituito, in seguito alla scissione di “Palazzo Barberini”, avvenuta nel 1947 durante il 25° Congresso del Partito socialista, che dal 1943 si era unito al Movimento di Unità Proletaria di Lelio Basso, diventando Partito Socialista di Unità Proletaria (P.S.I.U.P.).
Durante quel congresso, che appunto si svolse a Roma a “Palazzo Barberini”, Giuseppe Saragat, assieme a Treves, D’Aragona e Modigliani, non condividendo l’idea del fronte Popolare con il P.C.I., uscì dal P.S.I.U.P. e nel 1951, assorbendo altri piccoli gruppi politici, fondò il Partito Socialdemocratico Italiano, lo P.S.D.I. e Minetti divenne uno stretto collaboratore di Saragat e dell’On. Pier Luigi Romita, concorrendo anche alla riunificazione nel 1966 con il P.S.I. che però naufragò nel 1969.
Una riunificazione di tutta la Sinistra che sarebbe stata possibile dopo la caduta del Muro di Berlino (1989), che anticiperà l’implosione dell’Unione Sovietica avvenuta il 26 dicembre 1991, se Achille Occhetto, durante il XX Congresso del P.C.I. tenutosi a Rimini, invece di annunciare la nascita di una nuova formazione politica denominata Partito democratico della Sinistra (P.d.S.) avesse colto l’occasione per mettere una pietra tombale sulla Scissione di Livorno del 1921 e, nel ricomporre quella diatriba, riunire tutte le anime della Sinistra italiana in un nuovo grande Partito socialdemocratico.
Ma così non fu ed oggi la Sinistra è divisa come non mai, in un rivolo di formazioni che hanno dimenticato la loro vera origine, e dalla quale tante persone, loro malgrado, hanno dovuto allontanarsi.
E ripensando a questi avvenimenti, oggi nella sua interezza vogliamo ricordare la scomparsa di Bartolomeo Minetti, che non solo ha vissuto la storia che qui brevemente abbiamo ripercorso, ma di essa fu un attivo partecipe scegliendo in quel quadro, direi con lungimiranza, la parte politica ove militare, e scrivo tutto ciò a sua memoria, perché la memoria è tutto, come tutto è la storia.
E la storia, o meglio il “Tribunale della storia”, è implacabile, perché quando la gente perde la memoria dei fatti così come sono accaduti, perde il senso del suo stare insieme e il tribunale della storia poi, inesorabilmente, presenta il suo conto. Per questo è importante ricordare!
Ciao Bartolomeo e tutti noi de “l’inchiostro fresco” siamo stati onorati d’averti conosciuto, perché non solo sei stato un buon politico e un bravo Sindaco, ma hai vissuto la tua vita quotidiana con lo spirito del poeta, e chi vuol fare bene la politica la deve fare con il “cuore in mano”, come appunto accade a chi, nel suo animo, ha la sensibilità dei sognatori.
Ed è in questo senso che vogliamo ricordati ripubblicando qui un articolo titolato: “Silvano d’Orba visto dagli occhi di un papà”, che apparve a firma di Marta Calcagno, su “l’inchiostro fresco” del dicembre 2008!
Gian Battista Cassulo
