

A Palazzo Mazzetti di Asti una mostra estiva molto interessante che permette di scoprire uno degli artisti astigiani più originali del Secondo Novecento: Mario Perosino

La sede museale astigiana ospita infatti dal 27 giugno al 14 settembre 2025, Mario Perosino. Il canto delle muse enigmatiche e dei malinconici guerrieri, una mostra monografica che offre un viaggio nell’immaginario colto, fantastico e visionario di Mario Perosino (1930–2008).

Mario Perosino è un pittore autodidatta ed esploratore di stili e suggestioni iconografiche. Attraverso un’attenta selezione di opere, la mostra ripercorre i temi più cari all’artista: le enigmatiche dame rinascimentali, i gladiatori ed i guerrieri grigliati, le architetture oniriche, le nature morte animate da oggetti simbolici e teatrali e le contaminazioni tra sacro e profano. Un universo ricco di riferimenti colti, da Caravaggio ad Arcimboldo, da El Greco a Klimt, dal surrealismo alla pittura metafisica, rielaborati con un linguaggio personale, fatto di colori vividi, strutture decorative complesse e simbolismi.
La mostra è ospitata in un’ala del piano terra di Palazzo Mazzetti e si apre con la sala dedicata alle architetture. Nelle opere esposte si può cogliere l’influenza delle piazze metafisiche di Giorgio De Chirico, ma nei quadri di Perosino il “vuoto” dechirichiano è interrotto da personaggi solitari, guerrieri dormienti, creature “aliene” e “guerrieri grigliati” altro soggetto caratteristico della sua produzione, e bilanciato dal barocchismo sontuoso delle rappresentazioni architettoniche, nelle quali si può cogliere l’influenza dell’iconografia fantasy e steampunk e anche del decorativismo caratteristico dell’arte islamica.

Una sala è dedicata alle opere giovanili di Perosino, nelle quali l’artista si è cimentato con l’iconografia religiosa dei Santi e delle Madonne con Bambino e con i personaggi mitologici. Opere nelle quali sono state ravvisate influenze rinascimentali, barocche, e di artisti contemporanei come Aligi Sassu, interpretate in una maniera personalissima che prelude ai personaggi fantastici della sua produzione più recenti.
Una sala è dedicata alle “nature morte” nelle quali gli oggetti come cappelli dalle fogge esotiche, gioielli, collane, profumiere prevalgono sulle tradizionali rappresentazioni di frutta e fiori. Nature morte coloratissime e ricche di simbolismi.
Una sezione è dedicata alla “stanza dei baci” nella quale Perosino propone la sua interpretazione di questo gesto intimo e universale, sia con personaggi ispirati alla letteratura come i danteschi Paolo e Francesca sia con i suoi “amanti” che ricordano le complesse figure di Arcimboldo.
Le ultime due sale sono dedicate all’iconografia femminile, con le sue “muse rinascimentali”, ispirate nei volti e nei costumi alle donne rappresentante dai maestri del Rinascimento, e ai suoi guerrieri, per poi arrivare all’ultima sala dedicata alle figure fantastiche: re, regine, guerrieri grigliati e gladiatori, figure umane che hanno lo stesso stile grafico e coloristico delle architetture con le quali si è aperta la mostra. Opere nelle quali si coglie appieno la cifra personale dello stile di Perosino.
La rappresentazione figurativa in questa ultima fase del lavoro di Perosino tende a dissolversi nel decorativismo e nella tendenza all’astrazione.
Andrea Macciò

La mostra resterà aperta a Palazzo Mazzetti fino al 14 settembre dal lunedì alla domenica 10-19. Nella stessa sede, sono visitabili anche la mostra fotografica “Volti e colori del Palio” e la piccola monografica dedicata a Guglielmo Caccia.
Le foto riprodotte nel presente articolo sono state scattate da Andrea Macciò











