
La ricorrenza del 90° anniversario del crollo della diga di Molare ha visto una cospicua serie di iniziative e di autorevoli contributi per ricordare questo tragico evento che ha profondamente segnato la Valle del Torrente Orba
A distanza di novant’anni da quel tragico 13 agosto 1935 il ricordo della vicenda è tuttora vivo e palpitante nonostante ad oggi i testimoni oculari della vicenda siano rimasti pochissimi. “È doveroso mantenere viva la memoria di un evento che ha segnato tragicamente la storia della città – ha detto infatti il sindaco di Ovada, Gianfranco Comaschi, in una intervista rilasciata all’ANSA – ma anche affrontare un tema che resta di grande attualità e che intendiamo sviluppare ancora“.
Proprio per questo, l’intenso programma delle commemorazioni ha visto in prima linea il coinvolgimento diretto delle Amministrazioni Comunali di Molare ed Ovada, i due centri maggiormente colpiti dal luttuoso evento ancorché le dinamiche del tumultuoso vortice delle acque e dei detriti abbiano portato dolore anche agli altri centri della Valle del Torrente Orba. A fianco delle Amministrazioni Pubbliche, le tante associazioni del territorio che si sono prodigate per celebrare degnamente questa importante ricorrenza.
Un imponente calendario di manifestazioni, inaugurato dalla mostra fotografica allestita ad Ovada presso la Sala espositiva di piazzetta Cereseto, realizzata da Ivo Gaggero e Charlie Subbrero per Accademia Urbense, contenente preziose fotografie d’epoca accompagnate dalle struggenti parole di Raffaella Romagnolo tratte dal suo romanzo “Destino“.
La sera del 12 agosto si è tenuto il convegno “Le 9 ore che sconvolsero la Valle dell’Orba“, presso la suggestiva Loggia di San Sebastiano, per l’occasione gremita in ogni ordine e grado. A fianco dei saluti istituzionali e delle pregevoli relazioni tecniche e storiche, l’emozione di poter ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti: presente in sala, Luigi Gollo, all’epoca bambino di tre anni, orfano del padre e dei nonni deceduti nella tragedia; in video, Walter Secondino, classe 1928, intervistato da Luciana Repetto (coordinatrice della splendida serata) e Paolo Bavazzano. Per entrambi i testimoni oculari un commovente viaggio nei ricordi giovanili, il calvario degli stenti per loro come per i tanti orfani del crollo della diga in quel difficile frangente storico a cavallo di due grandi guerre. Un momento di particolare emozione per tutti i presenti ha riguardato la lettura dell’accorata richiesta di sostegno scritta di proprio pugno dalla madre di Luigi Gollo al Podestà di Ovada, ritrovata negli archivi comunali grazie al paziente impegno di Paolo Bavazzano.
Direttamente dalle parole del sindaco di Molare, Andrea Barisone, il resoconto dell’inaugurazione del monumento commemorativo nel comune di Molare.
“Tra le numerose iniziative organizzate in occasione del 90° anniversario del disastro della Diga di Molare, si è inaugurato il monumento in ricordo del tragico evento. La cerimonia svoltasi in Piazza Albareto in frazione Santuario Rocche ha visto la partecipazione dell’onorevole Federico Fornaro, dell’assessore regionale Enrico Bussalino, dei consiglieri piemontesi Coluccio Pasquale, Ravetti Domenico, Marco Protopapa, della consigliera regionale ligure Katia Piccardo, del consigliere provinciale Giacomo Perocchio e di numerosi rappresentanti delle amministrazioni locali del territorio, del Maggiore Fabian comandante della compagnia dei C.C. di Acqui Terme, del Maresciallo Ottonello della locale Stazione dei C.C. e del vice Castaldo. Il monumento, ricavato da un organo di manovra delle paratie della vecchia diga di compensazione delle Rocche, è stato recuperato nel torrente dopo l’alluvione del 3/4 ottobre del 2021. Il manufatto metallico esprime in maniera plastica la forza distruttrice che lo colpì il 13 agosto di 90 anni fa. La partecipazione di così tante istituzioni testimonia quanto sia ancora vivo il ricordo di questa tragedia in valle Orba, e anche di come ci sia un interesse reale nel valorizzare un sito storico e naturale unico nel suo genere.”
Nell’ambito della camminata organizzata dall’associazione Robydamatti in collaborazione con gli Amici del Borgo e la presenza del CAI Ovada vi sono stati due momenti di particolare commozione, entrambi presso la sosta alla Centrale dei Frati di Ovada.

Dapprima, lo storico Federico Borsari ha illustrato ai molti partecipanti la genesi della centrale e le tragiche vicende che ne hanno causato la distruzione nella funesta giornata del 13 agosto; successivamente, Chiara Fioretti, studentessa dell’Istituto S. Caterina Madri Pie, ha interpretato alcune pagine emozionanti tratte dal memoriale del custode della Centrale dei Frati, un momento molto toccante che ha commosso i numerosi partecipanti.
Tra le altre iniziative commemorative meritano una citazione l’inaugurazione del pannello celebrativo in piazza Nervi nel Borgo di Ovada, praticamente distrutto dall’ondata assassina, e la commemorazione delle vittime del disastro presso il cimitero di Ovada.
Numerosi gli articoli ed contributi sul tema: sarebbe arduo citarli tutti. E’ tuttavia doveroso menzionare il notevole impegno dell’Accademia Urbense di Ovada che lavora fermamente da anni per portare alla luce documenti, testimonianze, immagini e notizie su un tema rimasto nell’oblio per molto tempo. In occasione della pubblicazione del numero trimestrale di Giugno della Rivista Urbs sono estremamente interessanti lo scritto di Pier Giorgio Fassino “Le 9 ore che sconvolsero la Valle Orba“, l’articolo di Federico Borsari, basato anche sui documenti e le ricerche effettuate dal padre, lo storico Gino Borsari ed infine la ricostruzione da parte di Paolo Bavazzano sui documenti contenuti nell’archivio storico del Palazzo Comunale.
Per concludere, l’impegno in prima persona dell’Onorevole Federico Fornaro, presente inoltre alla maggior parte delle manifestazioni commemorative.
Dapprima è intervenuto a Montecitorio per ricordare i 90 anni della tragedia, “un episodio silenziato dal regime fascista. A pagare il conto furono persone umili” le sue parole autorevoli estratte dall’intervento dal titolo “Il disastro di Molare voluto dalla bramosia di soldi, come il Vajont”.
A seguire, l’intera pagina dedicata al luttuoso evento del 13 agosto 1935: come si può leggere direttamente dalla sua pagina FB “il crollo della diga secondaria di Sella dello Zerbino nel comune di Molare (AL) provocò una spaventosa onda di piena di acqua e detriti del torrente Orba che provocò la morte di 116 persone. Vittime innocenti che ho ricordato oggi sulle pagine del Manifesto“.
Davide Pietro Boretti












