DAZI VINO, CIA: «PIÙ CHE UN ACCORDO CONTINUA A SEMBRARE UNA RESA»

Secondo Cia, ora l’export del Made in Italy agroalimentare verso gli Usa (7,8 miliardi di euro nel 2024) rischia grosse perdite in settori chiave come il vitivinicolo senza ottenere niente in cambio. Oltre all’impatto diretto, si corre il pericolo anche di un grave danno all’intero indotto agroindustriale, con pesanti ripercussioni sull’occupazione.

Il presidente nazionale Cia Cristiano Fini commenta: “Oltre all’attuale chiusura politica sul vino si dovrà monitorare con attenzione l’apertura agevolata a importazioni agricole Usa a prescindere dalla reciprocità delle regole commerciali che rappresenta la linea di confine invalicabile”. 

Secondo Cia, il pericolo concreto di un calo dell’export è molto alto, con danni a comparti strategici e un aumento dei costi per le imprese italiane, che tenderanno a perdere margini di profitto oppure a dover trasferire parte di questi costi sui consumatori, rischiando di ridurre la domanda nel mercato Usa. L’effetto combinato di dazi e fluttuazioni del cambio euro-dollaro non potrà che aggravare l’impatto delle misure doganali, traducendosi in costi aggiuntivi reali per le aziende nazionali e rendendo complessivamente meno competitivo il Made in Italy. 

Genny Notarianni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *