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Le passeggiate… ai tempi del coronavirus

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Affrontare un’emergenza sanitaria come questa, fino a poco tempo fa, sembrava solamente roba da film statunitense degno di un cast ricco delle più importanti star di Hollywood. E invece, giorno dopo giorno, bollettino dopo bollettino, ci siamo ritrovati tutti toccati da una situazione che stenta a sembrare reale.

Nessuno di noi era stato abituato finora a vedere limitata la propria libertà, ad essere condizionato nel tenere o evitare certi comportamenti quotidiani che erano spontanei, quasi automatici, fino a pochi giorni fa.

In una notte tutta la zona coperta dal nostro caro mensile “L’inchiostro fresco” è stata considerata “zona rossa” e con questa dichiarazione sono scattate una serie di norme importanti, assolutamente da seguire, ma che hanno spiazzato tutti nel profondo della vita quotidiana.

Soprattutto facendo riferimento ai sacri “fine settimana” dove tutti noi, studenti, lavoratori, casalinghe, pensionati ci ritroviamo a goderci quella pausa, quello stacco mentale dalle attività quotidiane e tendiamo a concentrarci su attività che ci divertono, che ci creano piacere, siamo stati colpiti da questi provvedimenti governativi che ti colpo ci tolgono gran parte della libertà nel realizzarle.

Attraverseremo questo duro periodo come la storia di questo nostro grande Paese ci insegna, con la capacità, la tenacia e un pizzico di goliardia che noi italiani siamo sempre stati capaci di mettere in campo anche nei momenti più bui; nemmeno questo virus ci toglierà la voglia di sorridere e di mantenere quella convivialità ed allegria che tanto ci viene invidiata nel mondo e che è diventata uno dei pilastri dell’imitato “italian life style”.

Per ora, mi limito ad osservare in Valle Scrivia, dove vivo e da dove scrivo questa corrispondenza, si sta notando una riscoperta alle passeggiate all’aria aperta: nell’appena trascorso weekend famiglie con bambini, giovani e persone più anziane hanno “calcato”, zainetti in spalla, i sentieri nei boschi, e ripercorso le antiche Vie del Sale, segno che questo virus spaventa sì, ma può anche richiamare la gente alla riscoperta della natura e al suo rispetto, facendo dimenticare le interminabili code in autostrada o nei parcheggi dei centri commerciali, contribuendo a non peggiorare un altro grande problema, quello dell’inquinamento ambientale.

Fausto Cavo

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