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UNA STATUA AL GIORNO TOGLIE IL MALE DI TORNO

Sull’onda emotiva della nuova battaglia iconoclasta dei distruggitori e imbrattatori di statue e simboli, dei nuovi censori di vecchi film, pietre miliari della storia del cinema passate nell’immaginario collettivo, fino ad arrivare ai più dozzinali epuratori di spot pubblicitari (“abbasso Calimero piccolo e nero e i marroni choco pops!”) propongo di continuare l’opera spianando innanzitutto il Colosseo, simbolo di violenza e tortura oltre che di prevaricazione dell’uomo sugli animali.

Da eliminare sicuramente la torre dell‘orologio in piazza San Marco per razzismo verso i due pastori di bronzo condannati in eterno ad essere chiamati “Mori“.

Che fare della raffigurazione allegorica della Battaglia di Lepanto di Paolo Veronese? Pura istigazione all’estremismo religioso e all’islamofobia.

Brutte notizie anche per i melomani. La lirica va quasi interamente soppressa: Nabucco per antisemitismo, Aida per apologia della schiavitù, Otello per razzismo e incitamento alla violenza di genere e femminicidio, Carmen per razzismo verso l’etnia Rom e apologia del femminicidio.

Con Manon Lescaut e Butterfly tocchiamo poi l’apice dell’istigazione alla prostituzione e nel secondo caso al suicidio.

Insomma, noi occidentali abbiamo tramandato una fantasia malata che va assolutamente rivista e corretta.

Ester Matis

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