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VISITA ALL’INCUBATOIO ITTICO DI MOLARE

Da almeno un mese presso l’Incubatoio ittico provinciale di Molare sono in atto le operazioni di riproduzione assistita di trote mediterranee che si prevede porteranno ai torrenti Orba e Lemme e relativi affluenti oltre 50.000 trotelle (4/6 cm) destinate al ripopolamento del bacino idrico.

La struttura rappresenta un’eccellenza per la Provincia di Alessandria –  afferma il neo Presidente della Provincia, Enrico Bussalino in visita, il 27 gennaio 2022, insieme al Consigliere delegato Stefano Zoccola, al Consigliere Provinciale nonché Sindaco di Molare Andrea Barisone, ai volontari e ai tecnici della Provincia presso la struttura – e  vanta una più che decennale attività degli incubatoi di valle che attraverso ad un graduale percorso evolutivo  hanno portato efficacia  al sostegno delle popolazioni selvatiche ittiche  locali, in particolare del luccio e della  trota mediterranea,  ancor prima dell’ ufficiale riconoscimento di autoctonia di quest’ultima nell’ambito del Bacino dell’alta Orba piemontese. Una realtà estremamente attuale e di fondamentale utilità sia sotto l’aspetto conservazionistico delle specie autoctone sia per il mondo della pesca. L’attuale linea ministeriale, in stretta sintonia con la normativa europea, lascia spazio a ben poche alternative in materia di gestione della fauna alloctona e delle immissioni ittiche.  Una complessa situazione – prosegue Bussalinoche ha paralizzato il mondo della pesca  destando notevole sconcerto tra i pescatori, che  vede la nostra Provincia con gli impianti ittiogenici di cui dispone, allineata  alle recenti evoluzioni ambientali e legislative, tanto più che tali strutture, attraverso ulteriori investimenti sono in grado di sostenere la riproduzione anche di altre tipologie di fauna ittica autoctona in contrazione nei nostri corsi d’acqua di maggior pregio,  agevolando una adeguata tutela ittiofaunistica e offrendo nel contempo vantaggi  alla fruizione dell’attività alieutica in tempi relativamente brevi”.

L’attività di riproduzione assistita in corso presso l’incubatoio di Molare – afferma il Dirigente della Direzione Ambiente Ing. Paolo Platania coinvolge la Trota Mediterranea (Salmo ghigii) dove parte dello stesso parco riproduttori è stato indagato scientificamente e geneticamente per il riconoscimento dell’autoctonia.  In base a questo studio, questo particolare salmonide, di recente è stato inserito nella checklist ministeriale delle specie autoctone. Le frontiere dell’autoproduzione spingono in aiuto alle grandi potenzialità riproduttive dei pesci che sempre più in natura vengono interdette, limitate dalla scarsità di habitat favorevoli alla deposizione delle uova ed alle fasi successive di sviluppo, quanto in seguito agli impatti provocati dall’uomo, dagli ittiofagi e dal cambiamento climatico.  Di conseguenza, se in natura il proliferare dei pesci è legato a contesti ottimali, gli incubatoi, artificialmente garantiscono alle uova e agli avannotti un ambito acquatico di grande protezione, ben lontano da ambienti ostili o comunque soggetti, in tutte le fasi di sviluppo, ad elevato rischio di predazione da parte pesci, uccelli, insetti e invertebrati”. 

 “Con sorpresa, l’incubatoio di Molare si è presentato oggi – conclude il Presidente Bussalinoun luogo in cui il Volontariato ne rappresenta il cuore pulsante, ad esso è assolutamente necessario riconoscerne il merito e manifestare gratitudine. Ho scoperto una struttura dotata di tecnologia estremamente avanzata, che attraverso un sistema di telecamere e la domotica garantisce un continuo controllo sull’efficienza dell’impianto anche da remoto, allo stesso modo anche sulla gestione delle apparecchiature che assicurano la disinfezione, l’ossigenazione e il mantenimento delle adeguate temperature nelle camere di incubazione.  Una tecnologia che controlla e assicura in autonomia la funzionalità e il ripristino automatico dei sistemi di pompaggio in caso di ammanchi di tensione o di avaria agli elementi del sistema stesso, pur sempre sotto la stretta supervisione del personale addetto alla struttura. Professionalità, tecnologia, volontariato accanto ad un consistente supporto della Provincia rappresentano il futuro e quanto di meglio occorre al nostro territorio. È mia intenzione valorizzare anche i risvolti educativi e turistici di questa realtà mettendola a disposizione delle scolaresche (magari con un’aula didattica da realizzarsi compatibilmente con le esigue risorse del bilancio provinciale) per sensibilizzare i giovani sui problemi dell’ECOSISTEMA ACQUATICO e diffonderne il rispetto, configurando la struttura come un vero e proprio Centro di Educazione Ambientale a tema. Un fiore all’occhiello da sfoggiare come biglietto da visita del nostro territorio”.

Cristina Antoni

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