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ALLA SCOPERTA DEL FORTE DI GAVI

Il Forte di Gavi sembra che affondi le sue radici ai tempi delle occupazioni saracene quando, secondo fonti leggendarie, una principessa di origini francesi, la “Principessa Gavia”, fece costruire sulla rocca di Gavi un castello per scopi difensivi

IL ROTARY E IL ROTARACT CLUB GAVI-LIBARNA VE LO FARANNO CONOSCERE!

Domenica 2 maggio 2021, il Rotary e Rotaract Club Gavi-Libarna propongono visite guidate in costume presso il Forte di Gavi. Tali visite, sono principalmente destinate a famiglie con bambini ed è necessaria la prenotazione. Le visite saranno svolte all’aperto e nel rispetto delle norme anti-Covid. Per quanto riguarda i temi trattati, si partirà dalla contestualizzazione dei periodi storici relativi al Forte, per poi presentare la storia della Principessa Gavina e il paggio, immergersi nella corte imperiale e scoprire la spericolata fuga del prigioniero Pringle. Storia e divertimento assicurati.

Fausto Cavo

PER INFO e PRENOTAZIONI: Virginia : Cell. 348/819.47.20 – Camilla : Cell. 334/789.04.30

LA STORIA DEL FORTE DI GAVI IN PILLOLE

Il Forte di Gavi sembra che affondi le su radici ai tempi delle occupazioni saracene quando, secondo fonti leggendarie, una principessa di origini francesi, la “Principessa Gavia”, fece costruire sulla rocca di Gavi un castello per scopi difensivi. Da notizie storiche certe si sa che, come Castello, acquista la sua funzione difensiva nel 973, quando con un atto notarile viene assegnato da Enrico VI di Svevia, figlio di Federico Barbarossa, alla Repubblica di Genova con annesso il borgo di Gavi. Nel 1418 passò ai Visconti di Milano, indi ai Fregoso di Genova e in ultimo ai Guasco, che da Alessandria estendevano il loro controllo sino a Francavilla. Nel 1528 i Guasco lo vendettero alla Repubblica di Genova che così ne ritornò in possesso. Su progetto dell’ingegnere militare Giovanni Maria Olgiati nel 1540 il Castello di Gavi venne trasformato in fortezza, facendola diventare la punta di diamante del loro avamposto nell’Oltregiogo. L’opera fu completata nel 1629 dall’arch. Bartolomeo Bianchi il quale, su disposizione del frate Vincenzo Maculani, lo dotò di sei bastioni. In epoca napoleonica Genova dovette rinunciare a questa fortezza e dopo il Congresso di Vienna del 1815 il Forte fu assegnato al Regno di Sardegna che nel 1859 lo riconvertì in carcere e poi durante la prima e seconda guerra mondiale fu destinato a diventare un campo di prigionia.

La redazione

UNA FUGA ROCAMBOLESCA: QUELLA DEL MAGGIORE JACKE PRINGLE

Il 21 aprile 1943, il maggiore Jack Pringle, riesce a fuggire dal Forte di Gavi, ritenuto sino ad allora uno dei campi di prigionia più sicuri, tanto è vero che lo stesso maggiore nei suoi ricordi lo descriveva come una scatola di pietra all’interno della quale erano rinchiusi i prigionieri.

Il maggiore però intravvide il punto debole della fortezza in un condotto di alimentazione ad una delle cisterne di raccolta per l’acqua piovana, situato sotto una delle camerate di prigionia e da quella cisterna, attraverso il suo scarico che sboccava sul tetto di un fabbricato più basso adibito a corpo di guardia, sarebbe stato possibile raggiungere l’esterno facendo però un salto di quasi dieci metri dalle mura di cinta.

Bisognava però aprire un tunnel per raggiungere il condotto e per coprire il rumore dello scavo i prigionieri inglesi chiesero il permesso di poter cantare le loro canzoni e inni militari.

Ottenuto il permesso cantando e scavando il tunnel fu aperto e la notte del 21 aprile 1943, complice una provvidenziale nebbia e la stanchezza delle sentinelle a metà del loro turno di guardia, il gruppo di prigionieri inglesi, strisciando, in quello stratto cunicolo aperto a fatica sotto la loro camerata, raggiungevano la cisterna dell’acqua, e da lì, attraverso il tubo di scarico, si ritrovarono all’aria aperta.

Ma restava ancora un pericoloso salto di una decina di metri da fare e a quel punto, dopo tanta fatica e a due passi dalla boscaglia che circondava il Forte, la fuga venne però interrotta dall’allarme delle sentinelle.

Solo il maggiore Pringle riuscì a non farsi catturare, facendo perdere le sue tracce.

La redazione

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