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DOPO 2 ANNI LA STRADA DEL TURCHINO SI RIAPRE PARZIALMENTE

La SS 456 del Turchino da domani venerdì 23 luglio 2021 sarà aperta al traffico dalle 7 alle 19. Purtroppo non è certo una notizia che merita di essere festeggiata a pieno titolo, perché l’orario è assai penalizzante per chi per lavoro fa i turni, in quanto i primi tra questi iniziano ben prima delle 7 e gli ultimi terminano dopo le 19.

Insomma un orario da “pensionati” o per chi si reca a fare shopping nei supermercati dell’ovadese. Pare che se i lavori procederanno secondo la tabella di marcia redatta dai tecnici a fine anno la strada potrebbe essere riaperta 24 ore su 24, un vero successo da pubblicizzare a trombe squillanti in tutto il globo terracqueo. Nel frattempo però sulla mobilità della Valle Stura pende un’altra spada di Damocle. C’è infatti un altro grave problema che pesa sul capo degli sfortunati cittadini della Valle Stura, Orba e dell’acquese: ad agosto con l‘autostrada nelle attuali condizioni, con la linea ferroviariaGenova – Acqui” chiusa al traffico passeggeri (i treni merci transiteranno numerosi come ogni anno) qualcuno ha deciso di chiudere il tratto autostradale “Genova Prà – Aeroporto” h24.

Il “Comitato pendolari” e il “Gruppo viabilità delle valli Stura e Orba” hanno già diramato un comunicato ed un appello per sensibilizzare chi può intervenire affinché comprenda che la situazione sarà insostenibile. Infatti se le cose rimarranno tali nel mese di agosto dalla Valle Stura e zone limitrofe sarà praticamente impossibile raggiunge Genova perché gli unici mezzi saranno i pullman e le auto ma la viabilità ordinaria e autostradale sarà letteralmente paralizzata (gli autotrasportatori stremati da tutti questi anni di calvario sembra siano già sul piede di guerra e se si riverseranno sulle statali sarà l’apoteosi).

I cittadini sperano in un intervento che possa scongiurare il peggio ma il pessimismo ormai la fa facilmente da padrone.

Fausto Piombo

Nella foto di copertina, l’ormai “vetusto” cartello di divieto di transito. Nella foto in basso la “barriera” del Gnoccheto. Abbiamo messo due foto “invernali” perché da due anni a questa parte, sino alla notizia odierna, ben poco è cambiato
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