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STORIA DI UNA FONTANA E DI UNA PIAZZA

Un’opera pubblica che ha stravolto un luogo storico amato dai novesi

Pur di non perdere un finanziamento europeo, una quindicina di anni fa a Novi Ligure venne fatto il “Movicentro”, che di fatto stravolse una storica piazza amata dai novesi ed oggi è diventato un “non luogo”. Forse prima di spendere soldi pubblici o della U.E. ed oggi del Pnrr bisognerebbe pensarci due (e forse anche tre) volte!

La Piazza della Stazione di Novi Ligure (Al), che oggi è dedicata a Falcone e Borsellino, così come ora la vediamo, è il risultato dei lavori che vennero condotti tra il 2006 e il 2008 per la realizzazione del “Movicentro”, un’opera che nelle intenzioni politiche di quegli anni avrebbe dovuto favorire l’interscambio tra “ferro e gomma”, ovvero tra il servizio ferroviario e quello dei pullman e autobus, per favorire la mobilità cittadina.

I lavori, per un importo di 4 milioni e 700 mila Euro, comportarono il completo sbancamento della piazza antistante la stazione ferroviaria per creare un parcheggio coperto atto ad ospitare 200 posti auto, che vide l’abbattimento di alcuni alberi secolari e lo smantellamento di una artistica fontana, nonché la rimozione dei due busti dedicati a Costante Girardengo e a Fausto Coppi.

Sulla soletta di copertura del parcheggio venne realizzata la nuova piazza ove venne allocato un “Percorso della Memoria”, con tanto di un gioco d’acqua a zampilli tricolori, per ricordare i sanguinosi attentati ai due magistrati del pool antimafia, un Monumento alla Costituzione riportante i cippi dedicati ai 12 Principi Fondamentali della nostra carta costituente, una serie di stalli per lo Bike sharing e furono piantumati alberi a basso fusto.

La preesistente artistica fontana, da sempre al centro della piazza, ora occupato dalla rampa di discesa al parcheggio sotterraneo, fu riposizionata lateralmente e i due busti di Coppi e Girardengo furono allocati davanti al Museo dei Campionissimi.

La nuova opera fu inaugurata il 25 luglio 2008 alla presenza dell’allora Presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, e dall’allora sindaco di Novi Ligure, Lorenzo Robbiano. A fare da madrina all’evento fu chiamata Maria Falcone, sorella del giudice assassinato.

Ma archiviati i brindisi e le lacrime di commozione, ben presto agli occhi dei novesi iniziò ad apparire la dura realtà delle cose.  Il Bike sharing sin dal primo giorno non è mai stato adoperato dai novesi e poco a poco le bici arrugginirono nei loro stalli, il Monumento alla Costituzione giace abbandonato e solo alcune scuole di Acqui Terme, a conclusione di una serie di seminari sulle origini delle costituzioni sono venute a visitarlo, la struttura in ferro al centro della nuova piazza, posta a copertura della rampa di discesa al parcheggio sotterraneo, sta diventando preda della ruggine, mentre l’artistica fontana che una volta, accogliendo i viaggiatori appena scesi dal treno, troneggiava circondata da quattro olmi secolari di fronte alla stazione ora, quasi semi nascosta, è spesso oggetto di deposito di immondizia.

Per i novesi fu ed è un duro colpo vedere questo sfacelo che sostanzialmente non ha prodotto l’obiettivo di favorire l’interscambio “ferro – gomma” perché sostanzialmente la stazione delle autocorriere è rimasta dov’era prima e cioè nella vicina via Pietro Isola e in Corso Romualdo Marenco, con il conseguente via vai di studenti e viaggiatori a correre per non perdere le coincidenze, mentre il sottostante parcheggio coperto, visti anche i costi, non è usato, se non in minima parte dai pendolari, e dai dodici cippi del Monumento alla Costituzione cadono una dopo l’altra le lettere dei Principi fondamentali, mentre delle bici dello bike sharing non se ne sa più nulla!

Gian Battista Cassulo

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