Ruderi della Cascina Rughé, sui “Sentieri della Libertà” Santuario Cà del Bello – Madonna della Neve
Il Santuario di Cà del Bello o Madonna della Neve si trova nel comune di Borghetto di Borbera, dal quale è raggiungibile in circa 45 minuti a piedi
Fondato nel 1672, è stato più volte ristrutturato, la prima nel 1757, la seconda nel 1868 per essere poi concluso nel 1900. Le due navate laterali furono concluse nel 1940 anche grazie alle offerte provenienti dagli emigrati in Sudamerica. È intitolato alla Madonna della Neve, che si celebra il 5 agosto con la Messa presso il Santuario e una processione.
Il percorso che conduce a Borghetto è costellato da 14 cappelle dedicate alla Via Crucis, anche queste più volte ridipinte, l’ultima volta da Clemente Salsa nel 1927, per essere poi sostituite da bassorilievi in bronzo.
Nel piazzale si trova anche la Casa del Pellegrino, attualmente chiusa, dedicata al fondatore Don Pio Bruno, e si gode una bellissima vista da un lato verso i colli tortonesi, dall’alto verso l’Appennino Ligure Piemontese.
Il percorso più interessante per arrivare al Santuario della Madonna della Neve è però quello che parte da Stazzano e percorre l’antico “sentiero della libertà” che unisce il centro del paese a Pertuso, percorrendo il sentiero 200 dell’anello Borbera – Spinti. L’intero sentiero a piedi è percorribile in circa sei ore e tocca, fra l’altro, l’antico Borgo di San Martino e Sorli, con varie deviazioni per Vargo, Sant’Agata Fossili e Montespineto.
Nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, il sentiero veniva utilizzato dai giovani ribelli del paese per raggiungere in montagna le zone partigiane e dai combattenti partigiani per organizzare incursioni contro i nazifascisti.
La prima parte del percorso, dal piazzale dell’oratorio di San Rocco all’Agriturismo La Traversina, è carrabile. Poi ci si inoltra nel sentiero vero e proprio, dove incontriamo numerose cascine abbandonate fra le quali la Cascina Rughé.
La cascina, che oggi mostra tutto il fascino degli edifici abbandonati, era di proprietà della famiglia Merlo. I partigiani alla Rughé trovavano ospitalità, cibo, e vestiti di ricambio.
Un vero e proprio punto di riferimento per i combattenti. Vi si trovava anche un forno nascosto sotto sassi e tavole ottimo nascondiglio quando passavano per i rastrellamenti le truppe nazifasciste.
Oggi la Cascina è abbandonata, presso la Rughé c’è lo “scheletro” di un’apecar e un’auto abbandonata (Ndr.; bisognerebbe provvedere). Ma sembra ancora abitata dagli spiriti ribelli dei partigiani, simbolo di un Appennino che non si è mai piegato a nessuno, dal Barbarossa del 1155 ricordato a Montespineto ai nazifascisti del secondo conflitto mondiale.
Oltre la cascina, un bivio (non segnalato, è necessario scendere verso sinistra proveniendo da Stazzano, perché l’altra strada conduce in proprietà private) conduce al Bivio Campolongo che unisce il sentiero 200 a Vargo.
Dopo una mezz’ora totalmente immersi nella natura, in questa stagione iniziano a comparire i primi fiori, le primule, si arriva al Santuario Ca’ del Bello o Madonna della Neve dove possiamo immaginare che i partigiani trovassero ristoro durante il loro percorso verso le zone più impervie del sentiero.
Andrea Macciò
Gentile Andrea Maccio’ , mi chiamo Marta Baiardi e la mia famiglia paterna viveva a Rughe’ durante la guerra. Non erano fascisti, e detestavamo la Brigata nera, ma la collaborazione con i partigiani fu ahimè meno rosea della sua descrizione. Se ha piacere, potrei raccontarle gli episodi che mi sono stati raccontati