ORMAI SIAMO IN UNA REPUBBLICA PRESIDENZIALE

La cerimonia sfarzosa con la quale si è insediato il nuovo (vecchio) Presidente della Repubblica mi ha impaurito e mi ha fatto capire che “questi ormai possono fare tutto quello che vogliono

Mattarella ha ricevuto l’investitura da un Parlamento che, dopo le ultime vicissitudini, non ha più alcun riscontro nel Paese reale. È formato da parlamentari eletti sotto le bandiere di un partito e poi, anche se non è un peccato perché non vi è il vincolo del “mandato imperativo”, transitati in un altro. E non per questioni ideologiche, il che potrebbe andare anche bene, ma semplicemente per opportunità personali.

Il Parlamento è frastagliato in gruppi parlamentari che si richiamano a formazioni politiche inesistenti, non legittimate da nessun voto popolare, rissosi e tutti desiderosi di apparire come “l’ago della bilancia”.

In più Mattarella prima della sua rielezione aveva gridato ai quattro venti la sua indisponibilità ad un secondo mandato, cosa che nel giro di quattro giorni se l’è rimangiata, anche perché sin dall’inizio erano tutti d’accordo nel mantenere lo “statu quo”! Conviene!

Il tutto con un Governo sostenuto a spada tratta da quei partiti che, se prima si mobilitavano al grido di “Siamo una Repubblica parlamentare”, ora inneggiano al decisionismo e stanno zitti di fronte ad un uso ormai entrato nella normalità istituzionale dei DPCM. 

Ma come facciamo a fidarci di gente così! Personalmente ho inteso la cerimonia di investitura presidenziale, dove il giornalismo di regime ha fatto da colonna sonora, non come un passaggio istituzionale, ma come una prova di forza e di apertura ad un presidenzialismo che sinceramente non so dove ci porterà.

Gian Battista Cassulo

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