Tra storia e memoria l’imprenditorialità ovadese si prepara alle nuove sfide del lavoro e della nuova realtà geopolitica legata alla globalizzazione dei mercati
Ovada – “il 900 è già futuro” è il titolo della mostra allestita dall’Enoteca regionale di Ovada e del Monferrato nei locali di via Torino, un panorama cartellonistico che traccia la storia e l’evoluzione delle quattro aziende metalmeccaniche più in vista del territorio ed evidenzia il loro stretto rapporto con il tessuto economico e sociale dal ‘900 ad oggi
Nella foto a sinistra la moderatrice Lucilla Incorvati de “Il Sole 24 Ore”, a fianco Federica Bovone, Gian Paolo Aschero, Gabriele Merlo
LA CRONACA DELL’EVENTO E GLI OSPITI
La mostra allestita nella Enoteca è diventa occasione per realizzare un focus a quattro voci, quelle degli amministratori delegati delle aziende ovadesi, che si sono incontrati sabato 26 marzo insieme alle rappresentanze delle istituzioni e della scuola. Noi eravamo presenti all’evento al quale hanno partecipato Federica Bovone leader dell’azienda Bovone, nipote del fondatore dell’omonima azienda, Gian Paolo Ascherotitolare e Direttore commerciale della Ormig, Gabriele Merlo, Amministratore delegato della Vezzani Spa, Alessandro Merlo in rappresentanza della Mecof Spa. Abbiamo colto l’occasione di sentire dalla viva voce di questi imprenditori un ricordo sulle loro aziende che hanno illustrato e illustrano il nome di Ovada, non solo in Italia ma nel mondo.
L’azienda Bovone
Federica Bovone racconta la storia dell’azienda omonima, che nasce nel 1954 ed opera del nonno che era stato in origine un lavoratore dell’Ansaldo. Entra nel mondo del vetro con due brevetti che fanno successo tanto che l’azienda inizia a produrre macchine utensili profilatrici e molatrici in grande scala, ad uso delle vetrerie. Da cinque dipendenti si passa in pochi anni a cinquanta. Pian piano parte l’automatizzazione e l’azienda Bovone amplia i suoi orizzonti tessendo relazioni stabili con altri paesi europei, nonché con gli Stati Uniti e Taiwan. Oggi si registrano circa 20 milioni di fatturato e 120 dipendenti.
La Ormig
Risuona poi il nome di Guido Testore fondatore della Ormig, il quale in modo del tutto casuale nel 1949, vive in un campo arar e vede una sorta di carro armato, un (mezzo per spostare carri) il quale lo ispira a tal punto da progettare la creazione della prima autogru, che era all’epoca un mezzo assolutamente innovativo in tutta Europa, conosciuto soltanto negli Stati Uniti. Da lì l’escalation produttiva, che fa dell’azienda una tra le più affidabili nel settore del sollevamento e della movimentazione, orientata a produrre mezzi di alta qualità e tecnologicamente avanzati. L’azienda fu costituita 73 anni or sono, ha un ciclo economico lunghissimo, un giro d’affari di 15 milioni di euro e circa 50 addetti.
La ditta Vezzani
Un altro simbolo per panorama industriale ovadese è la Ditta Vezzani, fondata da Ludovico Vezzani, ideatore di presse e cesoie utili per il riciclo del materiale di recupero metallico. Una svolta di crescita negli anni è stata legata ad un nuovo brevetto, innovativo, tecnologico, che favorì l’ottimizzazione degli impianti e del lavoro. Oggi Vezzani progetta e produzione di macchine per il trattamento dei rottami metallici ed è leader di produttività in tale settore, partner delle più importanti acciaierie di tutto il mondo. Il fatturato attuale è di 30 milioni di euro e vi lavorano circa 60 dipendenti.
La Mecof
Prosegue Alessandro Merlo in sostituzione dell’Ing. Massimiliano Morosi legale rappresentante della ditta Mecof. Ne ricorda le origini, nel lontano 1947, a Tortona come fabbrica di trapani, (macchine utensili) e sottolinea che il percorso di sviluppo dell’azienda ha subito una svolta, quando nel 1958 viene introdotta una nuova macchina fresatrice, a bancale fisso e montante mobile, leggera economica veloce e precisa, la quale presto inonda il mercato diventando il modello di riferimento per le fresatrici. L’azienda Mecof nel biennio 2021 – 222 ha registrato un fatturato di 31 milioni e 500 mila euro con un ulteriore incremento nei prossimi anni, che arriverà a toccare i 40 milioni di euro, ha al suo interno cento trenta addetti.
QUALE FUTURO PER L’OVADESE?
Lo sviluppo industriale ovadese pone oggi numerose questioni, in particolare quello del reclutamento delle risorse umane, poiché le aziende cercano costantemente personale tecnico specializzato con competenze specifiche qualificate. “Assistiamo sempre di più alla rivalutazione dell’arte manuale – spiega Gian Paolo Aschero – che oggi si traduce diversamente dal passato, attraverso la ricerca di qualifiche specializzate, di tecnici capaci a leggere disegni, montare macchinari, gestire software con la massima competenza. La formazione e il reperimento del personale è sempre difficoltoso: la collaborazione con gli istituti tecnici è costante, tuttavia permangono però difficoltà legate al disallineamento tra la domanda e l’offerta, poiché talvolta le richieste non soddisfano le caratteristiche dei tecnici a disposizione”.
“A differenza di un tempo – spiega Federica Bovone – in cui la formazione si faceva in azienda, perché la laurea non era un obiettivo comune a tanti, oggi non si può prescindere da una formazione a 360°, che richiede sempre maggiori competenze”.
Tra gli interlocutori del convegno c’è anche “la scuola”, una rappresentanza di studenti della Casa di Carità Arti e Mestieri di Ovada, accompagnati dal Vicepreside Emilio Nervi il quale sottolinea l’attuale difficoltà a reperire giovani che scelgano un percorso professionale, che non è una strada semplice, poiché è improntata soprattutto sulla pratica laboratoriale sempre affiancata comunque allo studio delle discipline. Bisogna quindi lanciare un monito ai giovani, affinché scelgano percorsi formativi che aiutino ad acquisire competenze pratiche, ma diano anche la possibilità di proseguire fino ad arrivare agli studi universitari ed acquisire così quel ventaglio di competenze di alto livello di cui oggi più che mai le aziende necessitano.
Marta Calcagno