L’ASCENSIONE DI FRANCESCO CRIVELLI

L’opera tornata dopo 200 anni ad alessandria nella mostra permanente a palatium vetus

Dopo la mostra temporanea al Museo Civico di Palazzo Cuttica di Cassine “Ritorno ad Alessandria” aperta dal 16 Dicembre 2021 al 6 Febbraio 2022, il dipinto “Ascensione di Cristo tra la Vergine e san Giovanni Evangelista con la famiglia del marchese Cesare Cuttica di Cassine” risalente al 1576-1577 del pittore lombardo-veneto Francesco Crivelli (1520-1580 circa) lo scorso novembre è tornato definitivamente alla città di Alessandria per la quale era stato creato, dopo l’acquisizione della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, che lo ha restituito alla città e collocato nella Sala dell’Ascensione, nel Broletto di Palatium Vetus dove è esposto, in via definitiva, all’attenzione degli appassionati e del pubblico.

LA STORIA

Da una lapide seicentesca, oggi perduta, ma trascritta dallo studioso Francesco Guasco di Bisio, apprendiamo che l’Ascensione del Crivelli era stata commissionata nel 1576 per l’Altare Maggiore della Chiesa di San Marco. La Chiesa di San Marco fondata nel 1520, è stata inglobata nel 1805 nella nuova Cattedrale di San Pietro dopo la soppressione del complesso da parte di Napoleone. La pala fu acquisita dalla famiglia Cuttica e collocata nell’omonimo palazzo posto di fronte alla Cattedrale. Nel 1812 la famiglia fu costretta a vendere l’immobile e l’opera al Marchese genovese Marcello Durazzo. Da allora si persero le tracce dell’Ascensione del Crivelli, che ricompare all’asta “Rossini” di Parigi nel giugno 2020 proveniente da una collezione greca.

IL RESTAURO

La pala, presentata come anonima di scuola Italia del Nord, è stata attribuita nel corso della vendita al pittore bergamasco Gian Paolo Lolmo. La ricerca a cura di Olga Piccolo, Roberto Livrago e Lorenzo Mascheretti ha permesso di identificare in questa pala l’Ascensione dipinta dal Crivelli per la Chiesa di San Marco ad Alessandria. L’esame seguito all’asta ha permesso di rintracciare una firma abbreviata nella porzione inferiore destra della tela, all’interno di un cartiglio fogliato. Partendo da una puntuale segnalazione critica, le iniziali visibili sul dipinto sono state sciolte in «Fr[ances]co Cr[ivel]lo f[ece]». Durante il restauro, inoltre, è emersa lungo il margine inferiore sinistro della tela un’iscrizione in lettere capitali: «[c]esar cvtica / [c]assini marchio» che si presentava totalmente coperta da pigmenti neri e oggi è solo parzialmente leggibile. La scritta è stata realizzata nel corso del Seicento e permette di ricondurre la committenza dell’opera al marchese Cesare Cuttica (o Codega) di Cassine (Alessandria). La Pala del Crivelli rappresenta l’Ascensione, ma se guardiamo con attenzione, come per molte altre opere commissionate in quel tempo da nobili famiglie, il dipinto è nettamente diviso in due parti.

I CONTENUTI DELL’OPERA

La scena sacra nella parte superiore, presenta, tra l’altro, la particolarità delle nuvole antropomorfe che supportano la figura del Cristo.  Nella parte inferiore sono presenti quattro ritratti. L’iscrizione emersa nel corso del restauro, ai piedi della figura maschile sulla sinistra, ha permesso di riconoscere nel gruppo il marchese Cesare Cuttica, sua moglie Tomasa Guasco e i loro due unici figlioletti, il neonato Lorenzo e la piccola Laura, tutti abbigliati secondo la suggestiva moda spagnola in uso verso il 1580. L’identificazione dei personaggi è confermata dal ritrovamento (nel Fondo Notarile dell’Archivio di Stato di Alessandria) di un documento del 1632. Sullo sfondo del dipinto vi è una veduta di una città affacciata sul mare, identificata con Genova, alla quale i marchesi erano particolarmente legati.

LA FIGURA DI FRANCESCO CRIVELLI

Nato verso il 1520 da una famiglia milanese di orafi con frequentazioni a Venezia, Francesco Crivelli si formò sulle opere dei maestri lombardi e veneti, tra cui Giovanni Battista Moroni e Simone Peterzano, maestro del Caravaggio: viaggiò a Roma, ove ebbe modo di studiare e copiare il Giudizio universale di Michelangelo.  Il pittore dovette ricevere commissioni prestigiose per importanti personalità in varie zone della Penisola. Tra queste, si ricorda un ritratto eseguito per il Governatore di Milano, Ferrante Gonzaga, oggi purtroppo perduto, ma molto lodato all’epoca. Crivelli, come ricordano le fonti dell’epoca come Ludovico Dolce e Pietro Aretino, era specializzato in ritratti, tanto che la sua fama si estese ben presto oltre il Ducato di Milano.

LE OPERE

Purtroppo, molte opere del Crivelli andarono perdute. Ad oggi di sicura attribuzione all’autore c’è una Visitazione conservata presso la Chiesa di Santa Maria della Noce ad Inverigo (Co) e appunto l’Ascensione conservata presso il Palatium Vetus ad Alessandria.

L’ESPOSIZIONE A PALATIUM VETUS

A Palatium Vetus, oltre alla ritrovata Pala del Crivelli, ogni sabato e domenica è possibile visitare la quadreria che presenta la collezione dell’Ottocento e del Novecento della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, con prestigiose opere dei maggiori autori alessandrini del periodo, come Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Pietro Morando e Carlo Carrà. Una sala attigua ospita invece le esposizioni temporanee: attualmente in corso la mostra “Paesaggi e Architetture” che presenta 35 opere selezionate dalla collezione permanente, tra le quali segnaliamo le numerose vedute di Francesco Migliara.

Andrea Macciò

Orari per le visite: sabato e domenica 9-13 e 15-19 Piazza della Libertà, Alessandria

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