SULLE STRADE DELLE “QUATTRO PROVINCIE”

ALLA SCOPERTA DI PONTECURONE, IL PAESE DI DON ORIONE

Da Andrea Macciò, appassionato cultore del territorio e degli usi e delle tradizioni locali, riceviamo e ben volentieri pubblichiamo questa sua nota relativa ad un suo viaggio di studio alla scoperta di Pontecurone

Il primo nucleo abitato di Pontecurone risale all’età augustea: Si trovava sulla Via Postumia, che univa Piacenza a Genova attraverso Voghera, Tortona e Libarna, oltre che sulla Via Emilia che ancora oggi costituisce la principale arteria stradale del paese. Le prime popolazioni he iniziarono a stabilirsi nella zona furono alcuni gruppi di liguri e gallo-boi. Alla fine del II secolo Roma estese su tutto il territorio di Pontecurone il proprio dominio. L’impianto urbanistico di Pontecurone denota le sue origini in età romana, con la tipica struttura a scacchiera. La prima testimonianza scritta dell’esistenza di Ponte Coironum risale al 962, grazie a un carteggio nel quale l’abbazia di San Colombano in Bobbio cedeva alcuni possedimenti al monastero pavese di San Pietro in Ciel d’Oro.

Pontecurone è un luogo simbolo dei legami storici e culturali tra le “quattro provincie” Alessandria, Genova, Pavia e Piacenza, e costituisce uno snodo fondamentale per i collegamenti stradali e ferroviari tra le stesse, vicino alle autostrade Genova-Milano e Torino-Piacenza e servito dalle linee ferroviarie Milano-Genova e Piacenza-Alessandria.

Il centro di Pontecurone è caratterizzato da numerose testimonianze del suo fiorente passato storico. Oggi il paese, come molti centri più grandi della zona come la stessa Voghera, è soprattutto vissuto come un luogo di transito o dove tornare dopo la giornata di lavoro in una delle grandi città limitrofe (in particolare Milano).

Il centro storico di questo borgo di confine merita al contrario di essere visitato con attenzione presentando numerosi punti di interesse. Pur essendo sito in una zona pianeggiante, a pochi chilometri da Pontecurone troviamo le affascinanti aree collinari della Val Curone, della Val Staffora e della Val Tidone.

Pontecurone è noto per aver dato i natali a San Luigi Orione, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza e del Piccolo Cottolengo.  A Don Luigi Orione si deve anche la costruzione della Chiesa della Madonna della Guardia di Tortona e della maestosa statua che la sovrasta. Venerato per la sua incessante opera di carità e di sostegno ai poveri, Don Orione è diventato San Luigi Orione nel 2004, canonizzato da Giovanni Paolo II. A Pontecurone si trova presso la parte nord di Via Emilia la sua casa natale, fedelmente ricostruita dopo la demolizione del 1903, visitabile su richiesta, e la chiesa dove ha ricevuto la Prima Comunione. Di fronte alla Casa di Don Orione troviamo nel palazzo dove oggi si trova un supermercato una nicchia nella quale è conservata una croce dell’Ordine di Malta.

L’edificio religioso di maggiore interesse artistico è certamente la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta. Si tratta dell’antica pieve di cui non è nota l’origine (è documentata per la prima volta in un elenco delle antiche pievi della Diocesi di Tortona del 1175): edificata probabilmente nel X secolo, trovandosi nei pressi della Via Postumia, divenne una delle tappe dei pellegrinaggi verso Roma, la Terra Santa e San Giacomo di Compostela. La presenza dell’ospedale gerosolimitano di S. Pietro a partire dal XIII secolo che fungeva da luogo di ricovero per gli infermi e da albergo per i viandanti e, contemporaneamente, di ben due affreschi in S. Maria raffiguranti S. Giacomo con il bastone da pellegrino, testimoniano dell’importanza della sosta di Pontecurone come punto di snodo dei percorsi dei pellegrini medioevali. L’aspetto dell’edificio, che risale al XIII-XIV secolo, è di stile romanico-gotico con mattoni rossi a vista, simile a quello di edifici religiosi piemontesi, come San Secondo ad Asti, e la suggestiva “Chiesa Rossa” della vicina Voghera.

La chiesa di Santa Maria Assunta presenta un interessante portale ogivale decorato a formelle in cotto e un rosone che lo sovrasta. L’interno è suddiviso in tre navate, a loro volta divise da pilastri cruciformi, ed è decorato da preziosi affreschi del XV-XVII secolo. In controfacciata i Miracoli di San Pietro (1460-80) e la Madonna col Bambino e San Nicola (1502 circa) di Quirico da Tortona, di chiara impronta lombarda. L’influenza figlia della dominazione milanese su Pontecurone nel corso del XV secolo è evidente anche nella Crocifissione, sormontata da un’Annunciazione e sovrastante San Francesco che riceve le stigmate, nella prima campata della navata sinistra. Nella terza campata della navata destra il trittico con la Vergine in trono tra i Santi Apollonia e Biagio, di Manfredino Boxilio, autore dell’affresco della Pieve di Novi Ligure. Sempre di quest’ultimo artista SS. Agostino e Nicola da Tolentino sul fondo della parete del presbiterio.

In Piazza Matteotti possiamo ammirare la Torre Civica, che secondo alcune ricostruzioni fu fatta costruire da Gian Galeazzo Visconti per difendere Voghera nel 1392. Nell’area sorgeva un castello duecentesco oggi scomparso.

Proseguendo per Via Emilia troviamo alcuni interessanti palazzi nobiliari, purtroppo non sempre in eccellente stato di conservazione, ma sempre ben segnalati, e l’interessante “Finestra Gotica” che presenta decorazioni simili a quella della Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Qua dimorò il Barbarossa nel periodo nel quale il suo quartier generale era fissato proprio a Pontecurone.

Una piccola deviazione conduce all’Oratorio di San Francesco, che conserva al suo interno una Deposizione attribuita a Gian Domenico della Rovere detto Il Fiamminghino e una “Vergine in Gloria e Santi” attribuita alla scuola del tortonese Scipione Crespi.

Un altro edificio religioso di un certo interesse è la Chiesa di San Giovanni, edificata nel 1818 sui resti della primitiva Chiesa omonima del XIII secolo. Poco lontano, un monumento di Narciso Cassino celebra la vita e l’opera di Don Orione.

Proseguendo per via Giuseppe di Vittorio si accede all’area fluviale del Curone e al breve, ma suggestivo “percorso natura” che costeggia il letto del torrente omonimo. A pochi km dal Curone troviamo il confine orientale con la provincia di Pavia e il Comune di Rivanazzano Terme.

Un tempo luogo di confine, transito e sosta dei pellegrini e dei viaggiatori, oggi Pontecurone come molte altre località di quest’area tra Piemonte e Lombardia rischia di essere considerato solo la lontana periferia delle grandi città vicine, e in particolare di Milano alla quale è collegata da ferrovia e dalla vicina autostrada.

L’antico centro storico del borgo, anche se alcuni edifici purtroppo non sono perfettamente conservati, merita invece una visita attenta che ne permetta di scoprire i tesori artistici celati.

Un altro elemento di interesse è quello delle affinità che accomunano le “quattro provincie”: Pontecurone si trova infatti sull’antica strada per Genova, all’intersezione delle provincie di Alessandria, Pavia e Piacenza, e presenta caratteristiche architettoniche e linguistiche che lo accomuna a queste aree storicamente di confine molto più che al capoluogo di regione, Torino.

                                      Andrea Macciò

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