MASONE: UN’ESCURSIONE IN MEZZO AL VERDE E POI IL MARE!

Giugno 2020: volevamo andare al Monte Dente ma ci siamo ritrovati alla cascina Troia, ma ci siamo divertiti…

Ecco il diario di una escursione che aveva una meta, ma poi ci siamo ritrovati da tutt’altra parte. Si doveva infatti andare a Monte Dente per vedere Masone dall’alto, ma le indicazioni che i nostri esperti ci avevano dato erano state molto vaghe!

All’inizio del sentiero indicatoci non troviamo nessun cartello che indichi “Monte Dente”, ma ormai siamo qui e, a scatola chiusa, ci inoltriamo ugualmente nel bosco Il sentiero è subito duro, però gli scorci sono molto belli e all’improvviso appare una piccola Svizzera: un gruppo di case dai tetti rossi in mezzo ai boschi.

La prima parte del sentiero è larga e comoda, ma poi troviamo le prime pietraie. Ed ecco una cascatella! Ora il sentiero sale e si stringe. Si esce dal bosco e siamo in un punto panoramico dal quale si vede il monte Tobbio, il piccolo “Re di pietra” degli Appennini liguri piemontesi.

Riprendiamo il cammino con un caldo opprimente e il sentiero inesorabilmente sale. Il sole scotta e mettersi un po’ di crema è d’obbligo, ma il sudore è tanto e allora a costo di scottarsi via tutte le maglie! Fortunatamente si rientra in un bosco, ma il sentiero è sempre più stretto e taglia la costa sugli orli dei dirupi.

Si supera un passo roccioso. Ci attende un’altra pietraia e una nuova cascatella. Il sentiero si fa stretto e si vede un formicaio e, stranamente, ben presto si trasforma in un rio. Il sentiero fortunatamente torna nuovamente calpestabile ma sentiamo un rumore. È un’altra cascatella che dà freschezza all’aria ma, il refrigerio però dura poco perché, dopo avere superato cascatella e laghetto, ci attende una dura salita.

Pensavamo di esserci persi, ma, come un miraggio, appare un’indicazione, ma è confusa e dl Monte Dente, niente! Un po’ indecisi se proseguire, andiamo avanti su un sentiero che è diventato roccia. Siamo quasi in alto e ci aspetta un tratturo a mezza costa. Entriamo in un altro bosco e ci ritroviamo ad attraversare un’altra cascatella. Ma anche qui, dopo la frescura delle “chiare e dolci acque”, ci aspetta la salita con una ferrata!

Un caldo boia e tanto sudore, ma dallo scroscio capiamo che c’è un’altra cascatella a portare un po’ di refrigerio. Bello vedere sgorgare le acque tra le rocce! Un guado e un bel laghetto. Guado difficile da attraversare senza bagnare gli scarponi.

Ma ecco tra gli alberi apparire un tetto e vediamo anche una selva di cartelli indicatori, tra i quali vediamo finalmente anche quello per il Monte Dente!

Tra noi pensiamo: “Siamo sul sentiero giusto!!!”. Riprendiamo a scarpinare e ad arrampicarsi con una certa difficoltà. Si sale per un sentiero impervio. Si procede a mezza costa e in lontananza si vede un campanile con raccolto attorno ad esso un gruppo di case. Entriamo in un altro bosco e incrociamo un’altra cascata ancor più irruenta delle altre. Il sentiero ora si fa più piano e tra gli alberi appare un tetto e scopriamo di essere arrivati alla cascina Troia, dove appare anche un’altra indicazione per il Monte Dente.

E così, posati gli zaini, la visitiamo. È un rifugio e lì facciamo il nostro pranzo al sacco per decidere cosa fare, ma poi vista l’ora decidiamo prendere un sentiero indicante la strada del Faiallo e dopo poco tempo, accorgendoci ad un bivio privo di indicazioni di aver preso all’inizio della nostra escursione il sentiero sbagliato e poco battuto che ci ha fatto fare il classico “giro dell’orecchio”, arriviamo sulla strada del Faiallo e lì vediamo il mare!!!!

Gianni & Giusy

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