Si è tenuta questa mattina presso la Camera di Commercio di Alessandria una conferenza stampa organizzata da Cia Agricoltori Italiani, per illustrare la situazione di profonda crisi che sta attraversando il comparto cerealicolo in Italia, dovuto non solo al crollo dei prezzi riconosciuti al produttore ma altresì al rincaro dei costi sostenuti dalle aziende per realizzarne al produzione.
I cerealicoltori della Provincia di Alessandria, seconda provincia cerealicola in Italia dopo Bologna con circa 44 mila ettari, mostrano tutta la loro preoccupazione di fronte ad una situazione che vede il prezzo del grano tenero in forte ribasso, con una tendenza ad un ulteriore peggioramento nel periodo futuro.
Secondo la Camera di Commercio di Alessandria e Asti (Borsa Merci), negli ultimi otto mesi il prezzo rilevato è passato da 350 euro/tonnellata a 240 euro/tonnellata; conseguenza questa della crisi internazionale e di un meccanismo di speculazione del mercato secondo cui sotto la soglia di 260 euro/tonnellata non è più economicamente vantaggioso produrre.
Secondo Cia, i valori delle nostre produzioni nazionali sono ormai equiparati ai prezzi internazionali, che sono più bassi ma con rese e qualità non comparabili a quelle italiane.
Oltre al crollo dei prezzi riconosciuti al produttore, Cia Alessandria evidenzia l’impatto dei costi sostenuti dalle aziende per realizzare la produzione. Dal nitrato ammonico al gasolio agricolo, a nulla è valsa la discesa dei costi negli ultimi giorni, posto che gli agricoltori generalmente hanno sostenuto le spese acquistando il prodotto nella maggior parte della sua quantità a fine 2022, al fine di programmare le semine primaverili.
Presente in sala il direttore Settevie Fabio Castelli, il quale ha dichiarato che “purtroppo, da quando è stato aperto il corridoio del grano, in Italia il prodotto estero ha invaso sia i porti che i magazzini interni, facendo crollare il prezzo del grano tenero nazionale”.
Dichiarazione alla quale fa seguito quella del cerealicoltore e Presidente di Zona Cia Alessandria Davide Sartirana: ” Insieme alle speculazioni, la guerra in Ucraina sta creando un mercato fluttuante con importanti arrivi di merce in Italia, che stanno falsando il reale andamento del mercato interno”.
Parole dure infine anche dal Presidente Regionale Cia Piemonte Gabriele Carenini: “Non si può invocare il ruolo degli agricoltori soltanto quando l’emergenza mette a rischio la fornitura delle derrate alimentari e dimenticarsene quando si tratta di pagare il conto. Prima con la pandemia e poi con la guerra, ci è stato chiesto di produrre. L’anno scorso, a ottobre, abbiamo seminato il grano, con il gasolio a un euro al litro e il prezzo del concime al massimo storico. Adesso che ci apprestiamo alla mietitura, sono scattate le speculazioni e il prezzo è crollato, con la prospettiva di veder importare il grano dall’estero e spacciarlo per italiano. Tutto questo sulla pelle dei produttori e dei consumatori”.
Purtroppo senza interventi immediati, ribadisce Cia, gli agricoltori italiani saranno costretti ad abbandonare la produzione per scarsa redditività.