Cia Alessandria: il 2023 agricolo segnato da difficoltà, ma si guarda avanti

Cia Alessandria presenta i dettagli dell’annata agraria 2023, le considerazioni sindacali su quanto successo nel corso dell’anno e sui temi principali su cui lavorare nel 2024.

Per quanto riguarda le principali produzioni agricole, la situazione agronomica qualitativa è stata soddisfacente per numerosi comparti (non per tutti), ma la situazione dei prezzi e delle rese (entrambi bassi) è stata drammatica e non permette di tracciare un quadro accettabile della soddisfazione.

Nel dettaglio, secondo le valutazioni Cia Alessandria, il settore del frumento è stato il protagonista in negativo del 2023, per resa, siccità e prezzi troppo bassi riconosciuti alla parte agricola, al di sotto della convenienza economica di produzione. Per questo motivo Cia Alessandria, nel corso dell’estate, ha bloccato la rilevazione prezzi alla Borsa Merci della Camera di Commercio per cinque settimane consecutive, fatto mai avvenuto nella storia, e portato la protesta fino alla Granaria di Milano. La protesta sindacale prosegue a tutti i livelli, per tutelare il frumento tenero, una delle migliori produzioni, anche per qualità, della provincia. Restando nei cereali, anche il riso non vive momenti particolarmente brillanti, a causa di dinamiche mondiali di mercato, ma l’annata è stata buona, scongiurato il pericolo di carenza di risorse idriche per gli allagamenti delle risaie. Poca quantità prodotta di uve, ma di buona qualità, per le poche piogge estive che hanno messo in difficoltà anche il settore della frutta. Discreta la produzione orticola, che ha patito la siccità per il secondo anno consecutivo, mentre più scarso degli scorsi anni è stato il quantitativo raccolto delle nocciole (e dal prezzo non remunerativo); disastrosa è invece la situazione del miele, per produzioni fortemente penalizzate dall’andamento meteorologico che in alcuni momenti della stagione ha richiesto l’intervento con nutrizioni di soccorso per salvare le api dalla fame. Effetti di crisi indotta dall’aumento dei costi produttivi e dalla siccità sono stati registrati nel settore della zootecnia da carne; in affanno anche il comparto latte sia per produzione (stress del bestiame a causa delle altissime temperature estive) sia per prezzo (in leggero aumento nelle ultime settimane ma comunque basso per garantire un buon reddito agricolo). Buona la produzione di pomodoro da industria, per quantità e prezzo. Segnali postivi dal mondo dell’agriturismo, anche grazie al turismo di prossimità e alla qualità delle esperienze collaterali offerte. Da segnalare, il riconoscimento ottenuto dal territorio con la candidatura vinta di Alto Piemonte e Gran Monferrato “Città Europea del Vino 2024”, che accenderà i riflettori internazionali sui nostri produttori vitivinicoli coinvolti.

I prezzi mostrano generalmente un gap importante tra quanto corrisposto agli agricoltori e i costi di produzione sostenuti dalle aziende: energia, materie prime, costo del gasolio agricolo piegano un settore già provato dalle condizioni meteorologiche avverse e da fattori esterni, come fauna selvatica, crisi idrica e filiera squilibrata tra agricoltori e consumatori in termini economici.

Sul fronte sindacale, Cia Alessandria ha partecipato alla mobilitazione nazionale dello scorso 26 ottobre a Roma che ha riassunto i problemi principali dell’agricoltura: risorse idriche e gestione dell’ambiente, gestione e ripristino della fauna selvatica, mancata valorizzazione delle aree interne, assenza di strumenti flessibili e regole semplici per inquadrare la manodopera, concorrenza estera e reciprocità delle regole commerciali, redistribuzione del valore delle filiere con costi certificati e prezzi adeguati. Cia ha chiesto alla politica nazionale un piano strategico e di prospettiva che metta al centro l’impresa agricola e il suo reddito, nel rispetto della Sovranità alimentare che caratterizza il Ministero preposto.

Sul fronte delle sovvenzioni pubbliche, Cia Alessandria evidenzia il ritardo dei pagamenti relativi alla Pac (Politica agricola comunitaria) e il nuovo Csr (Complemento sviluppo rurale) che ha lasciato fuori, per mancanza di fondi, oltre la metà delle domande di finanziamento ammesse. Riguardo i Bandi pubblici di maggiore interesse, Cia segnala quelli relativi all’Insediamento Giovani, all’Irrigazione e i Reflui zootecnici, al secondo anno di Agrisolare – un bando di interesse ma limitato all’autoconsumo, quindi poco fruibile sui numerosi tetti agricoli che sarebbero invece a disposizione per la produzione di energia. A questo si aggiunge l’inflazione fuori controllo e le scelte di aumentare i tassi di interesse, al fine di diminuire il tasso di inflazione. Questa scelta che Cia Alessandria ritiene più che discutibile non ha portato buoni risultati, anzi: il costo del denaro sta mettendo in difficoltà le aziende agricole.

Cia Alessandria denuncia ancora una volta il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati per risolvere il problema della fauna selvatica, del contenimento degli ungulati e della piaga della Peste Suina Africana che ha azzerato gli allevamenti suinicoli della provincia, senza che si sia attuata una concreta azione di intervento verso i cinghiali malati, che ancora scorrazzano nei boschi del territorio.

Cia Alessandria si dimostra ancora solidale: è stata promossa una raccolta fondi Cia nazionale a favore degli agricoltori alluvionati dell’Emilia Romagna e prosegue l’iniziativa del calendario associativo annuale, la cui raccolta libera delle offerte sarà devoluta alla Fondazione Uspidalet onlus per le attività sul presidio ospedaliero infantile di Alessandria.

Dando uno sguardo al prossimo anno, l’attenzione è rivolta in particolare ai bandi di Insediamento Giovani e Miglioramento aziendale, oltre a tutte le opportunità che offrirà la nuova programmazione del CSR. Inoltre, per l’impegno sindacale a favore del settore cerealicolo, rappresentanti Cia Alessandria entreranno tra i rappresentanti della Granaria di Milano.

Commenta la presidente provinciale Cia Alessandria Daniela FerrandoGli agricoltori non sono il problema ma la soluzione, dobbiamo far capire all’opinione pubblica e al consumatore che noi produciamo cibo, rispettando l’ambiente che è il nostro posto di lavoro. Chiediamo più rispetto e una giusta remunerazione del nostro operato».Aggiunge il direttore Paolo Viarenghi: «Nel corso del 2023, clima e prezzi hanno inferto un duro colpo alle produzioni, in particolare cerealicole. La prossima campagna dovrà avere un cambio di passo per non mandare in tracollo le aziende. Nel frattempo bisognerà seriamente discutere una distribuzione equa all’interno della catena del valore delle filiere produttive».

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