SERRAVALLE SCRIVIA “DONNE DEL FATO” CON PATRIZIA FERRANDO

MARTEDÌ 2 APRILE NELLA SALA CONFERENZE DELLA BIBLIOTECA “ROBERTO ALLEGRI”

“Donne del Fato” questo il titolo dell’incontro curato da Patrizia Ferrando, che avrà luogo martedì 2 aprile, alle 17.00, presso la Biblioteca comunale “Roberto Allegri” di Serravalle Scrivia

“Tutte le donne sono fatali. Si comincia col dovere loro la vita e finiscono per causare la nostra perdita”. Se queste sono le parole di Antoine Blondin, l’immagine di una donna fatale, anche oscura, è ben radicata nell’immaginario collettivo così come in lunghe galoppate fra pagine romanzesche, scelte estetiche e personalità enigmatiche. Parliamo di donne pericolose, seduttive in forma estrema, rovinose per chi s’imbatte in loro? Non necessariamente. Le donne del fato potrebbero essere chiamate donne della profondità: e, senza dubbio, immergersi nell’oscurità, se non nell’abisso, discendere, esplorare, tuffarsi con fiducia e sfida può comportare anche rischi.

Le donne che arte e storia più compenetrano nel fato sono belle e brutte, giovani e meno giovani, innamorate o malintenzionate: tutte però hanno un potere di consapevolezza e auto determinazione. Come la primavera, ci sono eroine di perturbante fecondità, intrise di un potere generativo che si avvicina più al mistero dei fiori sboccianti e delle piccole vite segrete che alla retorica spesso stucchevole della maternità.

Gli artisti pensano a elementi di fluidità, diretta o indiretti, e sono le loro eroine che, Naiadi moderne, colmano la distanza con i regni che l’uomo contemporaneo ha sacrificato ricercando scenari senza ombre.

Nel romanzo gotico già si era fatta strada un tipo di femminilità biblica e uterina, ammaliante e fatale, incarnata nella figura della “dark lady”, una donna volitiva e indipendente che capovolge gli stereotipi di genere. La dark lady si può certamente ascrivere all’archetipo junghiano della Strega che, come lo stesso Jung definisce, sarebbe la proiezione dell’inconscio femminile dell’uomo ovvero “una segreta partecipazione alla sua femminilità”. La strega rappresenta tutto ciò che è stato sacrificato in nome del progresso e della razionalità: il perduto legame con la natura, con il regno dei morti, con la carnalità. Gli specchi d’acqua, nella tradizione popolare, sono passaggi attraverso i quali entrare in contatto con mondi “altri”, in cui la strega abita o con cui comunica.

Chi sono queste anti-eroine, se non, appunto, delle Naiadi e Nereidi moderne, in grado di colmare la distanza verso i regni abbandonati? Le incontriamo presso i laghi rarefatti e le fonti termali, in insospettabili romanzi italiani, nei teatri e negli atelier, sulle tele che le ritraggono e nelle opere del loro ingegno. Come Alice, le ninfe volenterose possono trovare, dall’altra parte dello specchio d’acqua, la fata della neve. Solamente loro possono essere il tramite per parlare a Frau Holle, la Grande Dea, la Madre Terra a cui si può accedere inoltrandosi nel mondo sotterraneo, dopo un salto nel pozzo dei mondi. E sovvertire ogni regola.

Marcus Risso

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