“SAN DAMIANO D’ASTI CITTA’ DEL MONFERRATO” di Riccardo Oliva

San Damiano d’Asti Città del Monferrato” di Riccardo Oliva è un viaggio nella storia di San Damiano d’Asti dalle origini come “villa nova” (dopo la distruzione di quattro “castelli” ovvero piccoli borghi nei dintorni del capoluogo) nel XIII sec. (per la precisione nel 1275) all’epoca sabauda

Attraverso la storiaminore” dei documenti conservati negli archivi comunali, più corposi dal 1600 in poi, ma con richiami alle epoche precedenti, e alla consultazione di alcuni testi appositi, l’autore ricostruisce attraverso le vicende del paese alle porte di Asti anche la storia di un’intera zona del Piemonte nel quale si vivevano i riflessi della “macro-storia” d’Europa. Si tratta di zone contese per secoli prima tra i Ducati italiani, come quello del Monferrato e quello di Mantova, poi tra la dominazione francese e quella spagnola, infine tra la Francia napoleonica e il Regno Sabaudo.

LA FORMA URBANA DI SAN DAMIANO

Nella prima parte, il libro ricostruisce la forma urbana di San Damiano, a partire dalla prima chiesa, Pieve di Marcellengo oggi parrocchia di San Vincenzo, per proseguire con la costruzione del castello, del Palazzo della Comunità, della piazza e delle fontane. Il centro storico di San Damiano sorge su un tavoliere sopraelevato, in pianura si trova la frazione di Vaglierano sede della stazione ferroviaria della linea Asti-Torino.

Tra i principali punti di interesse del paese, le Chiese Parrocchiali dei Santi Cosma e Damiano, risalente al XV sec, San Giuseppe, edificata nel XVII sec. e che rappresenta una delle costruzioni più interessanti del Barocco piemontese e San Vincenzo, il Castello di Lavezzole e il Palazzo Comunale di Piazza della Libertà.

Tra le curiosità relative a San Damiano, segnaliamo che è uno dei sette comuni che partecipano all’antico palio di Asti, assieme ai rioni della città. Due le vittorie di San Damiano: nel 1749 e nel 2011.

LE INFLUENZE POLITICHE CHE HANNO CONDIZIONATO LA VITA DEL L’ANTICO COMUNE DI SAN DAMIANO

Come la città di Asti, il destino di San Damiano non è stato appunto legato indissolubilmente alla monarchia sabauda. Il paese era parte, sino alla costituzione della provincia astigiana, del territorio di Alessandria, storicamente legato al Ducato di Milano.  Il libro ricostruisce i grandi eventi storici, come l’assedio del 1617 e la pestilenza del 1630-1631, e gli aspetti amministrativi “ordinari” come l’onomastica, lo stato civile, il diritto penale e il mantenimento dell’ordine pubblico, il cosiddetto “pauperismo” politica che introduce i sussidi per le fasce più indigenti assimilabili per molti aspetti a quelli attuali, le “misure sanitarie” durante le pestilenze, i reperti d’archivio relativi alle “piole” i bar e le trattorie/osterie d’epoca, le politiche agricole e quelle sul gioco d’azzardo.

Tra i periodi più effervescenti quello napoleonico, nel corso del quale sorgono numerose “repubbliche” di effimera durata: se l’invasore francese introduce norme di grande rinnovamento e modernità come quelle sul matrimonio civile e il divorzio, il Bonaparte sulla scia della filosofia militare della Rivoluzione introduce anche la leva obbligatoria che determina un vasto scontento nei paesi dell’astigiano. Tra i pezzi più interessanti, la ricostruzione del progetto di una vasta rete di ferrovie a scartamento ridotto che attraversassero San Damiano verso Alba, Govone e Cuneo.

LA STORIA CONTEMPORANEA DI SAN DAMIANO

Oggi resta solo la stazione di Vaglierano sulla linea per Torino. Il progetto di una linea Cuneo-Alba-Asti prevedeva la possibilità di unire l’astigiano con l’importante direttrice Nizza-Milano e una stazione nei pressi del centro del paese: un progetto poi abbandonato, quando si preferì investire sul trasporto automobilistico, secondo una logica che continua ancora oggi, in una regione come il Piemonte dove esistono moltissime linee ferroviarie secondarie inattive o sottoutilizzate.

Nelle note di storia contemporanea, troviamo la ricostruzione dell’origine delle due fiere: quella di San Giuseppe e quella dei Santi. Le fiere mettono insieme di solito le date del calendario agricolo e le festività e tradizioni religiose: quelle di San Damiano coincidono con i passaggi stagionali di primavera e di autunno, e come molte altre si svolgono ancora oggi nel centro del paese.

ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL LIBRO DI RICCARDO OLIVA

Un’opera molto interessante, che costituisce un affresco storico del passato e che ricostruisce anche come alcune delle prassi amministrative attuali abbiano avuto origine proprio nei periodi storici trattati dall’autore, compreso il dominio napoleonico. La narrazione si ferma con l’ingresso di San Damiano, che per un periodo è stata anche francese, nella nazione italiana assieme a tutto il Piemonte. Un punto di vista “periferico” nel quale però capiamo come la grande storia d’Europa sia passata ampiamente per questa zona d’Italia, spesso non senza lasciare segni visibili ancora oggi nelle architetture (basti pensare che nella non lontanissima Tortona nella Chiesa di Santa Maria in Canale ci sono iscrizioni in lingua spagnola), nella cultura e nelle prassi amministrative, a volte nei dialetti.

Nella ricostruzione di Riccardo Oliva troviamo anche un ricco corredo di fotografie d’epoca e la scansione di documenti originali. Un importante supporto alla pubblicazione del libro è arrivato dagli appunti raccolti da Cesare Romanello tra il 1995 e il 1999, su autorizzazione dell’allora sindaco della città Alberto Marinetto. Appunti manoscritti che hanno fornito lo spunto per l’accurata ricostruzione storica dell’autore.

La filosofia è appunto quella di ricercare negli “appunti di vita minore” e quotidiana il motore e le chiavi interpretative della grande Storia politica e sociale.

                                                         Andrea Macciò

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *