FRESCO DI STAMPA “IL SENTIERO DI WIELICZKA 1938” DI PAOLO CANAVESE

In libreria “il libro che non ti aspetti”, ovvero un romanzo storico, ma allo stesso tempo un saggio di formazione e di psicologia

Pubblico ben volentieri nella mia Bacheca questa nota che ci giunge da Milena Armellino, la quale ci segnala un libro di sicuro interesse in quanto dalle sue pagine scaturiscono tratti storici arricchiti di cenni psicologici che ne fanno un vero e proprio saggio. Affascinate dunque nella sua narrazione e da leggere tutto d’un fiato. Marta Calcagno

Tre generi che si fondono dando vita a una storia strutturata e ben articolata, frutto di una lunga e approfondita ricerca sia del contesto politico (la Polonia negli anni dell’avvento del fascismo e dell’antisemitismo), sia di quello geografico (curatissime le descrizioni della città di Cracovia), sia di quello sociale e antropologico (la vita, le abitudini della comunità ebraica e degli operai della miniera di salgemma).

Ma a fare la differenza è la descrizione e la conformazione dei personaggi: il protagonista Milo e la moglie Mary in realtà sono tali solo all’apparenza, le loro vicende famigliari, seppur rappresentino l’ossatura del libro, con lo scorre delle pagine diventano sempre più accessorie facendo emergere con forza e preponderanza altri “attori”.

Primo tra tutti il cavallo Daluky, indiscusso fulcro della vicenda narrante, la sua capacità di empatia, le sue doti di curare le malattie dell’animo (legate spesso a quelle del corpo), la sua energia positiva infusa anche dal profondo delle viscere della terra (la miniera) riportano sulle pagine quella che nella medicina moderna viene comunemente definita “pet terapy”.

Un modo originale e insolito con cui l’autore tratta e fa emergere un argomento (il rapporto uomo-animale) evidenziandone gli aspetti più atavici facendone emergere la modernità più assoluta.

E poi c’è lei “Lola”, la giornalista pronta a rinnegare tutto casa, famiglia, religione, coscienza, ed etica per arrivare al successo: una vera icona dei tempi moderni, un’immagine, descritta in ogni singolo particolare, della capacità dell’essere umano di adattarsi ai tempi che cambiano e al tempo che scorre; un camaleonte senza se e senza ma.

Una storia dunque dalla mille sfaccettature, declinate in situazioni e contesti mai banali; scritta con cura, meticolosità e passione. Una passione, quella di raccontare storie, che rende Paolo Canavese un autore dalla rara sensibilità capace di “rapire” il lettore tra le pagine del suo romanzo».  

Milena Armellino (*)

(*) – Milena Armellino, giornalista, dottore in Storia Moderna, è il curatore dell’opera

Nella foto di copertina la città di Cracovia

CHI È L’AUTORE

Paolo Canavese, nato a Mondovì (Cuneo), docente di Scienze Motorie e Sportive a Ceva. La grande passione per i gialli e il mondo del mistero, lo hanno coinvolto nella scrittura di romanzi apprezzati dal pubblico e dalla critica. L’esordio nel 2010 con il titolo “Il lago delle candele”, nel 2011 “Sulla montagna della paura”. Nel 2012 si cimenta su lavori inerenti la seconda guerra mondiale, pubblicando “Una guerra dimenticata” e “1945 partigiano per un giorno partigiano per la vita”, libri che hanno ispirato il film, del regista Enzo Francesco Ferraro, “La staffetta”. Seguono i romanzi “Il mattino dopo”, “Il riso del Signore”, “Il volo del gabbiano”, “L’ultima tisana ai fiori di Bach”, “1944 la banda D” sceneggiatura. 

“Il sentiero di Wieliczka 1938” di Paolo Canavese, L’artistica Editrice” – Per info: milena.armellino@libero.it

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