UNA MOSTRA FOTOGRAFICA DI VERO PREGIO

Come al solito Elisabetta Goggiha colpito ancora”. E frase migliore di questa non c’è per definire la mostra che la giovane fotografa novese ha proposto, presso la Galleria Pagetto, a Novi Ligure ai suoi concittadini e non.

Dal 5 al 16 luglio, a cura dell’associazione culturale “Noviterzapagina”, sono tati infatti esposti nei saloni della Galleria Pagetto, sita nella centralissima Via Girardengo, gli scatti più significativi che Elisabetta Goggi ha “rubato” all’interno del teatro Romualdo Marenco, prima ancora del suo recupero storico e rimasto a lungo chiuso ed ora prossimi alla sua riapertura.

Una riapertura questa da molti anni attesa da una città come Novi che, come dice lo storico locale Andrea Scotto nel presentare la mostra, cade su un terreno fertile come già lo fu al momento della sua inaugurazione, perché già allora il “terreno culturale era già pronto da tempo ad usufruire di un teatro come il Marenco (allora intitolato al Re Carlo Alberto) al momento della sua inaugurazione: dagli studi di Serafino cavazza sappiamo che, presso l’antico Ospedale, già nel XVII secol si svolgevano spettacoli teatrali ad uso delle famiglie nobili, novesi e genovesi, che in città abitavanogli splendidi palazzi del Centro Storico”.

Elisabetta Goggi, che coltiva da anni la passione per la fotografia ma che si è anche sottoposta a seri studi, come quelli seguiti presso l’Accademia Ligustica di Genova, per impossessarsi al meglio delle tecniche per l’uso della macchina fotografica, che potremmo definire i nuovi pennelli dell’arte contemporanea, ha già vinto numerosi premi.

Il più ambito forse è stato il primo premio conseguito al concorso “Acqua e ferro” ed ha pubblicato diversi album.

Elisabetta Goggi è laureata in Storia dell’Arte e Valorizzazione del Patrimonio.

Una laurea che in un Paese come il nostro, che ospita il 90% delle belle arti mondiali, dovrebbe essere in cima a tutte le classifiche.

Gian Battista Cassulo

Nella foto Elisabetta Goggi premiata dal sindaco di Novi Ligure, Gian Paolo Cabella

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *