Alluvioni, legna e burocrazia

Gli eventi alluvionali di queste ultime settimane fanno tornare di attualità il problema della pulizia dell’alveo dei fiumi.

Abbiamo riscontrato una situazione discutibile, abbastanza documentata dalle fotografie qui sotto riportate, sulle rive del Tanaro.

Presso Asti, poche settimane fa, sono stati tagliati numerosi alberi situati nello spazio di terreno posto tra il letto del fiume e l’argine vero o proprio, numerosi alberi; presumibilmente per liberare spazio alle eventuali piene del fiume. Gli alberi così tagliati, compresi i loro rami, sono stati raggruppati in diverse cataste poste proprio sulla riva del fiume, in spazio normalmente asciutto. Quando però è arrivata la piena del 23 e 24 novembre, tutto questo spazio è stato invaso dall’acqua. La corrente poteva benissimo portare via questo legname così accumulato, che poi avrebbe rischiato, più a valle, magari anche dopo molti km, di andare ad incastrarsi in qualche arcata di uno dei numerosi ponti che seguono nel percorso, oppure in qualche ansa del fiume. Col risultato di creare ostacoli al deflusso delle acque di piena, favorendo quindi straripamenti e inondazioni. Senza contare lo spreco di una risorsa come il legno.

Per fortuna solo una delle cataste che abbiamo visto è stata smantellata dalla corrente; le altre sono restate al loro posto, ma sarebbe bastato, probabilmente, mezzo metro di livello di piena in più per portare via anche quelle.

Tale trascuratezza sembra incomprensibile.

Abbiamo quindi chiesto anche il parere di un agronomo. Ci è stato spiegato che per la legna in alveo, la normativa è complessa e spesso contraddittoria; soprattutto pare che ci sia una lacuna nelle norme regionali, ma nessuno si adopera per colmarla. In pratica se si compie una piccola asportazione di legna secca giacente al suolo, questa, previa concessione di un permesso temporaneo, è gratuita: deriva dagli usi medioevali per cui i cittadini potevano prelevare dalle terre demaniali alcuni beni essenziali per il sostentamento della famiglia. Se però la quantità non è limitata, come accade se si tratta di più tronchi d’albero, in mancanza di autorizzazione diventa un reato; tanto più se si tagliano alberi viventi. Si potrebbe fare un piano di gestione della vegetazione in alveo; il demanio può “affittare” l’area, ma la procedura è molto complicata. Ogni tanto il Demanio proprietario dell’area compie, anche avvalendosi di ditte private, interventi pubblici sul corso d’acqua. Ma anche in questo caso, per la combinazione di norme demaniali e norme sui contratti pubblici, la legna prodotta, se asportata, diventa una vendita del pubblico ai privati e andrebbe messa all’asta. Per legge non si può alienare un bene pubblico a un valore basso, perché altrimenti si origina un danno erariale, con possibili conseguenze civili e penali. Quindi per non rischiare sanzioni, la legna nei fiumi, praticamente, non la asporta quasi mai nessuno, anche dopo il taglio. Oppure viene prelevata dopo la risoluzione delle varie lungaggini burocratiche, cioè tardi. Ed ecco i risultati.

Circola persino la battuta che è più facile importare alcuni autotreni carichi di legname dall’Austria che fare una pratica di assegnazione di beni demaniali.

È uno dei numerosi esempi in cui l’eccessiva complicazione delle normative finisce per provocare un danno non solo economico, ma, in questo caso, anche alla sicurezza generale.

A parziale giustificazione di queste complicazioni, in generale, c’è la necessità di ostacolare favoritismi, truffe ed episodi di corruzione. Tale necessità, a sua volta, è determinata anche dal fatto che i deterrenti per tali comportamenti scorretti (sanzioni penali e anche sociali) sono, di fatto, molto blande o facilmente aggirabili in Italia.

Diceva Balzac, due secoli fa: “Le leggi sono ragnatele che le mosche grosse sfondano, mentre le piccole ci restano impigliate”. Siamo ancora lì.

Stefano Rivara


Fotografia dei tronchi tagliati al 17 novembre

Situazione al 24 novembre durante la piena del fiume.


Situazione al 24 novembre durante la piena del fiume.

Situazione al 24 novembre durante la piena del fiume.

Le cataste rimaste al loro posto dopo il passaggio della piena.

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