L’imprenditore Enrico Macciò

Sul prossimo numero de “l’inchiostro fresco” che uscirà il 5 marzo 2020, vi sarà un bel articolo/racconto di Carmelo Balbi sulla famiglia Macciò che agli albori del Novecento dalla Valle Stura migrò nella Valle Scrivia.

I Macciò, originari di Masone, paese allora conosciuto per la sua maestria nella lavorazione del ferro (famosi erano i chiodi che lì vi si producevano), avevano deciso di trasferire la loro attività nel commercio di materiali ferrosi a Busalla, e per la precisione a Sarissola, perché vi era il parco ferroviario e quindi trovavano più facilità nel trasporto del loro materiale.

Questa famiglia di imprenditori, oltre a portare lavoro in Valle Scrivia, si dimostrò molto generosa perché fece molte opere soprattutto per sostenere i più bisognosi sia Busalla come a Masone.

Durante il secondo conflitto mondiale la fabbrica fu bombardata e Enrico Macciò che si era opposto al regime autoritario, fu arrestato e condotto a Mauthaausen dove morì.

Sulla facciata dello stabilimento, oggi in mano ad altra proprietà, il Comune di Busalla e l’ANPI hanno fatto apporre già da tempo una lapide ricordo per questo imprenditore ben voluto da tutti.

Gian Battista Cassulo

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