Piampaludo - Monte Tariné

Tariné, respinto il ricorso della CET

Premiata la mobilitazione degli ambientalisti

In data 21 marzo, il TAR della Liguria ha emesso una sentenza che, di fatto, respinge il ricorso che la CET , la Compagnia Europea del Titanio, aveva mosso contro Regione Liguria, Ente Parco del Beigua, Comune di Urbe e Comune di Sassello, per annullare il del decreto del 07/07/2015, n. 1924 a mezzo del quale è stata dichiarata ai sensi art. 13 c. 9 bis, l.r. n. 38/98, l’inammissibilità dell’istanza relativa all’attività di ricerca mineraria per minerali di titanio, granato e minerali associati nella zona del monte Tariné, posizionato tra i confini dei comuni di Urbe e Sassello, nell’entroterra savonese. “l’area in questione” si legge nella sentenza, “è stata oggetto di numerosi interventi normativi di tutela, primo tra tutti la creazione del Parco Naturale Regionale del Beigua, istituito con Legge regionale 9 aprile 1985 n.16. Successivamente” prosegue “la legge regionale della Liguria n.12\95 ne ha disciplinato e rafforzato le funzioni di protezione e tutela in tutto il territorio compreso nel Parco e nel quale ricade per circa il 50% il monte Tarinè, che costituiva l’originario, potenziale bacino di sfruttamento minerario, da oltre 35 anni divenuto al contrario un ambiente protetto di tutela del paesaggio e dell’ecosistema ivi esistente”.

La sottoposizione dell’area sulla quale si dovrebbe svolgere la ricerca mineraria a molteplici vincoli sia paesaggistici che ambientali” continua la sentenza “è di tale pervasività che non residua nessuno spazio per intraprendere un’attività di ricerca che non essendo compiuta da un istituto scientifico ma da un’azienda estrattiva avrebbe avuto, come fine ultimo, l’estrazione di minerali attività certamente vietata dalle norme a tutela del Parco Regionale del Beigua che costituisce, per circa il 50% l’area interessata alla concessione”.

Peraltro il restante 60% interessa un “Sito d’Interesse Comunitario terrestre ligure” nel quale la priorità dichiarata è la conservazione.

Un bel sospiro di sollievo per tutti coloro che, negli anni, si sono battuti per la salvaguardia del Monte Tariné!

Matteo Serlenga

Alleghiamo un filmato tratto dai nostri archivi sulla camminata organizzata il 19 luglio 2015 dal Comitato per salvare il Tariné, con partenza da Piampaludo

Premiata la mobilitazione degli ambientalistiTariné, respinto il ricorso della CETIn data 21 marzo, il TAR della Liguria ha emesso una sentenza che, di fatto, respinge il ricorso che la CET , la Compagnia Europea del Titanio, aveva mosso contro Regione Liguria, Ente Parco del Beigua, Comune di Urbe e Comune di Sassello, per annullare il del decreto del 07/07/2015, n. 1924 a mezzo del quale è stata dichiarata ai sensi art. 13 c. 9 bis, l.r. n. 38/98, l'inammissibilità dell'istanza relativa all'attività di ricerca mineraria per minerali di titanio, granato e minerali associati nella zona del monte Tariné, posizionato tra i confini dei comuni di Urbe e Sassello, nell’entroterra savonese. “l’area in questione” si legge nella sentenza, “è stata oggetto di numerosi interventi normativi di tutela, primo tra tutti la creazione del Parco Naturale Regionale del Beigua , istituito con Legge regionale 9 aprile 1985 n.16. Successivamente” prosegue “la legge regionale della Liguria n.1295 ne ha disciplinato e rafforzato le funzioni di protezione e tutela in tutto il territorio compreso nel Parco e nel quale ricade per circa il 50% il monte Tarinè, che costituiva l’originario, potenziale bacino di sfruttamento minerario, da oltre 35 anni divenuto al contrario un ambiente protetto di tutela del paesaggio e dell’ecosistema ivi esistente”.“La sottoposizione dell’area sulla quale si dovrebbe svolgere la ricerca mineraria a molteplici vincoli sia paesaggistici che ambientali” continua la sentenza “è di tale pervasività che non residua nessuno spazio per intraprendere un’attività di ricerca che non essendo compiuta da un istituto scientifico ma da un’azienda estrattiva avrebbe avuto, come fine ultimo, l’estrazione di minerali attività certamente vietata dalle norme a tutela del Parco Regionale del Beigua che costituisce, per circa il 50% l’area interessata alla concessione”. Peraltro il restante 60% interessa un “Sito d'Interesse Comunitario terrestre ligure” nel quale la priorità dichiarata è la conservazione. Un bel sospiro di sollievo per tutti coloro che, negli anni, si sono battuti per la salvaguardia del Monte Tariné!Matteo Serlenga

Pubblicato da Gian Battista Cassulo su Domenica 29 marzo 2020

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