I GIORNALONI RISCOPRONO LA QUESTIONE DEL TARINÈ

Ma guarda un po’ che notizia interessante appare oggi (domenica 28 febbraio 2021) su “Il Secolo XIX”!!!! A firma di Marco Menduni campeggia infatti a pag. 15 un articolo dal titolo: “Titanio sul Beigua, la Regione apre. Via ai test, ma senza carotaggi”. È un titolo un po’ sibillino, del tipo: “Mi cara signora lei è un po’ incinta!”. I casi sono due o una donna è incinta o non lo è.

E qui, nel caso dei test o si va a vedere fisicamente cosa c’è nelle viscere del Beigua o non ci si va. Altri tipi di test non esistono a meno che non vi siano foto particolari scattate da qualche satellite, ma allora la questione avrebbe radici lontane.

La dinamica in queste cose, quando vi sono enormi interessi finanziari o strategici, è sempre la solita:

  • La decisione è già stata presa da tempo in qualche segreta stanza a noi ignota, si lasciano maturare i tempi.
  • Poi attraverso la stampa di regime si inizia a far passare i primi massaggi. Per indorare la pillola si crea sui media un finto allarmismo.
  • Si dà quindi voce all’ambientalista di turno per lavarsi la coscienza.
  • Indi appare, sempre sulla stampa di regime, un pezzo dell’economista di grido che, tabelle alla mano, annuncia, ad esempio, che con gli oneri della concessione mineraria la Liguria potrebbe togliersi l’intero debito della Sanità.
  • A quel punto salta su qualcuno che dice che vi saranno numerosi posti di lavoro
  • Intanto in quella segreta stanza si decide che il momento è arrivato.
  • Parte il rush finale: la classe politica di governo (la maggioranza che ha già deciso e l’opposizione che fa finta di opporsi), complice la solita stampa di regime, crea il caso dell’emergenza.
  • Si crea il casus belli: prendendo spunto da un fatto di cronaca qualsiasi, ad esempio di mala sanità o disastro viario o qualcos’altro, al grido: “Dobbiamo intervenire. Le casse della Regione non ce la fanno più. Con quanto ricaveremo dal Tariné, metteremo a posto tutto!”.
  • E il gioco è fatto, perché chi oserà alzare una voce critica, verrà fatto passare per cretino, messo all’indice e magari gli creeranno anche delle grane, oppure lo zittiscono facendolo assumere da qualche parte!!!

Noi, come “inchiostro fresco” a questo teatrino è già da un po’ che ci siamo sottratti, mettendo bene in guardia, distribuendo una montagna di giornali (come si vede nel filmato), non solo la gente del Beigua ma anche i sindaci dei vari comuni a valle del Beigua, rivieraschi del corso del torrente Orba, che per primo subirebbe i danni da uno stravolgimento ambientale perché le sue falde acquifere ne potrebbero uscire compromesse.

Nessuno però nessuno di questi sindaci ci ha mai risposto oppure ha preso una posizione pubblica sulla ventilata miniera di titanio in quel di Urbe e Sassello!

Perché se è vero che le decisioni ormai sono già state sancite, noi povere pulci contro questi giganteschi interessi non possiamo far nulla, e allora forse ci converrebbe vendere cara la pelle e trattare le condizioni ottimali per ridurre ogni rischio.

Ma si vede che questa questione a chi indossa le fasce tricolori e dovrebbe tutelare anzitutto gli interessi diffusi, che sono quelli dei molti, non interessa abbastanza, perché gli interessi dei pochi, sono i cosiddetti poteri forti!

Gian Battista Cassulo

Sull’argomento la nostra redazione della Valle Stura sta preparando, a firma di Luca Serlenga e Giacomo Piombo con il sussidio del videomaker Fausto Piombo, un reportage che apparirà a breve su “Inchiostro Fresco TV”

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