CASO REGENI – L’IMPREPARAZIONE DEL NOSTRO SISTEMA GIUDIZIARIO

Il “caso Regeni”, al di là delle sue tragiche connotazioni, ci svela l’impreparazione del nostro sistema giudiziario checi conduce all’apertura di processi non preparati con la dovuta attenzione (e a volte, anzi spesso, basati su prove esclusivamente indiziarie) e che poi si traducono in rinvii, carte su carte, costi sia per il contribuente, sia per le parti in causa, arrivando addirittura a clamorose assoluzioni se non all’esaurimento del percorso stesso con la prescrizione

Nel caso del processo Regeni, viene da chiedersi come mai gli inquirenti e la Procura non abbiano pensato al pericolo dell’improcedibilità quando in aula non erano presenti gli imputati!

E a questo punto aggiungerei anche una riflessione: nell’aula di giustizia, oltre alle quattro sedie vuote degli imputati (gli agenti dei servizi segreti egiziani) c’era un’altra sedia vuota, questa volta riservata ai testimoni: la sedia che dovrebbe occupare la professoressa inglese che aveva concordato con Regeni la tesi di laurea. La professoressa dell’Università di Cambridge infatti dovrebbe dirci, una volta per tutte, quali erano i contenuti di questa tesi che, da notizie giornalistiche sembra sia incentrata sui diritti dei lavoratori, ovvero: quale era l’area specifica d’indagine, che obiettivi culturali e scientifici doveva perseguire, quali erano gli attori che il laureando avrebbe dovuto intervistare, con quali realtà culturali egiziane questo lavoro di ricerca avrebbe dovuto confrontarsi nella ricerca delle fonti?

E cioè in poche parole questa professoressa dovrebbe dirci a chiare lettere con quale preciso mandato ha inviato questo giovane laureando in Egitto a condurre ricerche di natura sociale, storica e culturale!  

A mio modo di vedere la testimonianza di questa professoressa sarebbe di fondamentale importanza per sollevare il velo su questa buia vicenda che ancora non ci appare, se non per la violenza nella quale si è sviluppata, delineata nei suoi contorni.

Gian Battista Cassulo

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *