LA TRIPLICE ALLEANZA

Da Davide Ferreri, per la sua rubrica “L’ARCA”, ci giunge questa riflessione sugli instabili equilibri di pace nella nostra storia più recente, significando quanto pesi l’onere di queste decisioni sugli uomini di stato che le hanno prese. Ai contenuti di questa “Arca”, personalmente ho aggiunto una mia considerazione su quanto accadde negli anni Sessanta tra U.S.A e U.R.S.S. e su come vivemmo allora noi qui in Italia quella crisi.

Gian Battista Cassulo

La triplice alleanza che non è mai mancata nei libri di Storia, carestie-epidemie-guerre, da una parte ci ricorda che il periodo prolungato, pacifico e assistito del “nostro” Mondo che abbiamo alle spalle è un’eccezione invece che la norma, poi ci rammenta come l’evoluzione dei fatti umani non sia né lineare né accelerata, ma soffra di ricadute e parabole. Con le carestie si è fatto qualcosa, sempre poco, con le epidemie tantissimo, in pratica miracoli, con le guerre non esistono né piani quinquennali né ricerche all’avanguardia, fino a quando qualcuno, dichiarato un attacco militare con occhio gelido, la sera stessa riuscirà a prendere sonno.  

Davide Ferreri

Ricordiamo ai nostri lettori che la “Triplice alleanza”, che era un trattato di reciproca difesa, fu siglata il 20 maggio 1882 a Vienna tra Italia, Germania e Austria-Ungheria e durò sino al 1915 quando l’Italia, con il “Patto di Londra” siglato (all’insaputa del Parlamento) il 26 aprile 1915, aderì alla “Triplice intesa”, formata da Gran Bretagna, Francia e Russia, entrando in guerra il 24 maggio 1915 contro i suoi ex alleati. Questo voltafaccia scatenerà, durante la Prima Guerra Mondiale, una violenta reazione degli imperi centrali che tra il 15 maggio 1916 e il 27 luglio 1916 si concretizzerà con la strafexpedition, la “Battaglia degli altopiani”, al termine della quale si contarono sul campo 150 mila caduti italiani e 83 mila austro ungarici.  (La redazione)

UNA NOTA SULLA ATTUALE SITUAZIONE NELL’EST EUROPEO CON UN OCCHIO ALLA STORIA

Nel 1962 l’Unione Sovietica, su richiesta di Fidel Castro che si sentiva minacciato dagli U.S.A., che l’anno prima avevano sostenuto uno sbarco di esuli cubani (“La baia dei porci”) andato a vuoto, posizionò missili balistici con testata nucleare sull’isola di Cuba, che si trova a soli 90 chilometri dai confini statunitensi. L’U.R.R.S. non si fece ripetere due volte l’invito, anche perché gli americani, sempre nel 1961 avevano posizionato in Turchia, Italia e Gran Bretagna, a ridosso della Cortina di ferro, i missili Jupiter. I protagonisti di quella stagione che ci portò ad un asso dalla terza guerra mondiale erano John F. Kennedy e Nikita Krusciov. Anche nell’odierno caso Ucraina/Russia assistiamo ad un analogo scontro dove la Russia si sente minacciata da un possibile allargamento della NATO ai suoi confini e sta reagendo di conseguenza.

Nulla di nuovo dunque sotto il sole, se si esclude che qui in Italia chi ai tempi di Cuba sosteneva l’U.R.S.S., sventolando le bandiere rosse contro la NATO, oggi sostiene la NATO contro la Russia. Sono i casi della storia.

Gian Battista Cassulo

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