SIAMO ANCORA BEN LONTANI DALLA “PACE PERPETUA”. DOMINA L’IMPERIALISMO E IL SERVILISMO

In un dibattito su Facebook tentavo di semplificare la questione Ucraina, alla luce di una manovra non tanto larvata della NATO per allargarsi ad Est. Uno dei nostri lettori mi ha risposto che la questione non è poi così semplice ad allora mi sono sentito in dovere di tentare di entrare ancor più nel merito di questa vicenda, sia pure con le mie limitazioni del caso. Ma ecco quanto mi sono sentito di precisare sul mio sia pur modesto pensiero, in merito alla questione ucraina.

Ciao Costa,

Ieri nel mio post semplificavo, come altro non si può fare su Facebook, la situazione che si è venuta a creare in Ucraina additando negli U.S.A. la responsabilità di quanto sta accadendo in quel settore e individuando, per quanto concerne il nostro Paese, in Draghi un fedele servitore di questo disegno che mira, sotto, sotto, ad estendere colà l’influenza della NATO.

Un disegno questo sostenuto dal “bombardamento mediatico” al quale ormai da due settimane siamo tutti sottoposti, sia sulle TV (tutte) sia sui giornali (tutti). Intelligenza politica invece vorrebbe che l’Ucraina come la Moldavia, continuassero a restare esterne alla NATO svolgendo la classica funzione di “cuscinetto” tra l’Est e l’Ovest.

Ci guadagnerebbero tutti e sarebbe garantito l’equilibrio politico (una sorta di “Pace perpetua“) basato sul Diritto internazionale (servitù di passaggio e quant’altro), ma Oltreoceano queste cose non le capiscono, o meglio, le capiscono benissimo, ma per loro la “destabilizzazione” è ormai diventata quasi una missione per favorire la ormai sempre di moda politica del “divide et impera“, che se andava bene ai tempi degli antichi romani e ancora sino al Novecento, oggi, con gli armamenti nucleari e con la globalizzazione economica,(purtroppo NON dei diritti) è cosa superata.

Quanto ancora recentemente è successo alla Libia di Gheddafi è un esempio lampante con un Mediterraneo ridotto ad un cimitero a cielo aperto, è un esempio sotto gli occhi di tutti di cosa può produrre questa politica, che un tempo si chiamava “imperialista“. E gli U.S.A. per perseguire questo loro disegno hanno bisogno in Europa di avere dei loro fidi servitori e l’Italia bene si è sempre prestata, e oggi più che mai, a svolgere questo ruolo di sudditanza.

A conforto comunque della mia tesi che in termini molto semplicistici ho ieri tentato di esternare su questo social, leggo oggi (giovedì 10 marzo 2022) su “Il Secolo XIX” in un box a pag. 7, che la Cina, per voce del suo presidente Xi Jinpiing, individua proprio nelle azioni della NATO, suggerite non tanto larvatamente dagli U.S.A., le cause dell’attuale conflitto tra Russia e Ucraina, mentre la Cina vede invece nell’integrità territoriale di quest’ultima un elemento di stabilità in quel quadrante strategico.

Ed i cinesi lodano la posizione di Francia e Germania, che ben si guardino dall’entrare in quel clima da “guerra fredda” che vogliono attizzare gli U.S.A. e nel quale invece noi ci siamo gettati a piedi giunti, arrivando sino al punto di inviare armi e di chiudere un occhio sui transiti di materiale bellico nei nostri porti.

Una cosa del genere significa un nostro coinvolgimento diretto in questa guerra, e, sperando di sbagliarmi, è facile che qualcuno prima o poi ce la farà pagare. Perché la storia ci insegna proprio questo: si rende sempre pan per focaccia!

Scusandomi se mi sono dilungato, ti invio il mio più cordiale saluto, 

Gian Battista Cassulo

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