ONU E NATO NELLA QUESTIONE UCRAINA

Una riflessione sulla guerra nell’Est europeo

Una soluzione equa e non cruenta per la “questione ucraina” ci sarebbe stata, se sin dall’inizio si fossero rispettate le procedure internazionali scaturite dalla Seconda Guerra Mondiale

All’indomani della Seconda Guerra Mondiale, sulle ceneri della “Società delle Nazioni” (Nata a Ginevra il 10 gennaio 1920), fu creata l’ONU (San Francisco 24 ottobre 1945) con lo specifico compito di intervenire là dove le tensioni tra due Stati o gruppi di Stati, rischiano di esplodere in veri e propri conflitti.

L’ONU, come prima la “Società delle Nazioni“, trova la sua radice culturale nella “Pace perpetua” idealizzata da Immanuel Kant (1795), il quale basava i rapporti tra i vari Stati sul Diritto internazionale e sulla legalità repubblicana.

Nella “questione ucraina” invece l’ONU è stato fermo ed è intervenuta la NATO, che dal 2017 ha la sua sede a Bruxelles (Belgio), la quale però non aveva titolo in tale intervento, in quanto la NATO è una sorta di alleanza difensiva tra Stati (la NATO è formata da 30 Stati e la convenzione è stata stipulata Washington il 4 aprile 1949) – così come, al esempio, lo era la “Triplice alleanza” (trattato militare difensivo tra Italia, Germania e Austroungarici – Vienna 1882) – e il suo intervento scatta solo quando uno degli Stati aderenti alla Nato viene attaccato.

L’Ucraina NON fa parte della NATO

L’ONU invece aveva il compito di intervenire, ma è stato fermo e ha eluso i suoi compiti mentre, contrariamente ad ogni dettato del Diritto internazionale, è intervenuta la NATO, e non si sa bene a quale titolo sia intervenuta in uno scontro tra due realtà statuali che non aderiscono al suo sistema difensivo.

Due Stati che, tra l’altro, nei loro ordinamenti NON riconoscono il divieto dell’uso di armi non convenzionali, quali le micidiali bombe al fosforo o a frattura.

Dietro alla decisione della NATO si sono accodati quasi tutti gli Stati dell’Occidente, come ad esempio l’Italia la quale addirittura, per seguire le direttive della NATO, fornendo armi all’Ucraina, ha eluso la sua Costituzione all’Art. 11 che recita che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli alti popoli“.

Adesso siamo tutti in un vicolo cieco.

Gian Battista Cassulo

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