DOCUMENTI DI PIETRA

IMMAGINI DELL’ARCHIVIO STORICO DELL’UNIVERSITA’ IN MOSTRA A PAVIA FINO AL 4 DICEMBRE

Fino al 4 dicembre 2022 presso lo Spazio per le Arti Contemporanee di Palazzo Broletto a Pavia in mostra “Documenti di pietra: tracce del passato, segni nel presente. Il palazzo centrale dell’Ateneo e il suo isolato attraverso le immagini e le carte dell’Archivio storico dell’Università di Pavia”. La mostraè organizzata dal Servizio Sistema Archivistico di Ateneo in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pavia, in partenariato con il CRAL Ateneo Pavia e con il patrocinio dell’ANAI Associazione Nazionale Archivistica Italiana

La mostra si propone di “far vedere” in fotografia luoghi, spazi, trasformazioni e restauri del palazzo centrale di uno dei più antichi atenei d’Italia, e del suo isolato attraverso positivi, quasi tutti originali. Sono state selezionate circa 300 immagini storiche tratte dal Fondo fotografico dell’Archivio storico universitario, un complesso che documenta e ritrae eventi, personaggi, manifestazioni, monumenti, lapidi, cortili, aule, edifici dell’Ateneo in un periodo compreso tra la fine del XIX secolo sino agli esordi del XXI secolo.

L’edificio centrale dell’Ateneo Pavese rappresenta un vero e proprio museo a cielo aperto, dove possiamo ammirare, oltre alle pregevoli architetture, le statue degli studiosi e intellettuali che hanno insegnato presso l’antica università della città lombarda, tra cui il giurista Andrea Alciato e l’inventore della pila: Alessandro Volta.

Numerosi i fotografi che hanno svolto una preziosa opera per esaltare la gloria dell’Ateneo (aspetto questo che costituisce l’unicità del fondo): tra i maestri autori degli scatti attivi già a fine Ottocento Beniamino Raimondi, che aprì il primo studio fotografico a Pavia, Mario Tollini, Giuseppe e Luigi Nazzari, Paolo Alessio (il cui archivio fotografico è andato purtroppo completamente perduto); nel secolo successivo Guglielmo Chiolini e Ettore Valli; si aggiungono i milanesi Cesare Pezzini e Fernando Pasta e il noto atelier fotografico fiorentino Fratelli Alinari.

Guglielmo Chiolini (1900-1991) in particolare, è considerato “il fotografo di Pavia”: il comune ha acquisito nel 2009 il suo archivio fotografico che documenta le trasformazioni sociali e urbanistiche della città universitaria dagli anni Venti agli anni Ottanta del secolo scorso. Domenica 20 novembre alle 16 è prevista una visita guidata alla mostra realizzata da una guida storico-turistica in costume che impersonerà Chiolini stesso.

L’esposizione si apre con una veduta d’insieme dall’alto del corpo centrale dell’Università, disegnata dal maestro Marco Giusfredi.  Si articola in nuclei tematici che, in un percorso topografico, partendo da Piazza Italia, antistante l’edificio universitario, si dipana tra i cortili del palazzo centrale, le aule storiche, i porticati e si conclude in piazza Leonardo Da Vinci, seguendone i cambiamenti e le trasformazioni storiche.

Alcuni docenti e studiosi hanno introdotto con i loro saggi le sezioni più significative della mostra.

Le didascalie permettono di compiere un viaggio virtuale fra le modificazioni subite nel tempo da una particolare struttura, ambiente o edificio dell’Ateneo, soffermandosi tanto sul dettaglio quanto sulla visione d’insieme. Si viene accompagnati nella conoscenza delle stratificazioni architettoniche (dalle persistenze monumentali delle origini che convivono con il tessuto urbano attuale, passando per i progetti che hanno ridisegnato forme ed aspetti), degli artefici e artisti che lavorarono alle strutture, delle discussioni che animarono gli organi dirigenti relativi alle sistemazioni edilizie, degli stilemi artistici rivelati dalle decorazioni ornamentali.

Tante storie nella storia, arricchite dalle testimonianze documentarie dell’Archivio universitario relative all’edilizia, oltre a pubblicazioni, scatti fotografici e cartoline provenienti dal Fondo fotografico dell’Istituto pavese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, dai Musei Civici, dalla Biblioteca Civica “Carlo Bonetta”, dal Museo per la storia dell’Università di Pavia, dal Museo Kosmos e dalla collezione privata di cartoline Giuliano Assorbi.

Un’occasione per riflettere ancora più profondamente sul ruolo civile della fotografia e sulla sua capacità di dare forma alla memoria storica di uomini e cose.

In mostra anche un interessante dipinto del pittore pavese Ezechiele Acerbi.

L’evento è stato realizzato con il sostegno di Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia onlus, Fondazione Cariplo e LU-VE Group.

Andrea Macciò

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