Prezzo frumento: la protesta degli agricoltori Cia e Confagricoltura in Borsa Merci

A seguito della situazione di crollo del prezzo del frumento tenero gli agricoltori associati a Cia e Confagricoltura Alessandria hanno deciso di non quotare il relativo prezzo in Commissione Prezzi alla Borsa Merci della Camera di Commercio di Alessandria e Asti, in segno di protesta.

Venerdì 7 giugno alle ore 10.30 Cia e Confagricoltura Alessandria erano presenti con i cerealicoltori associati nel cortile camerale per manifestare preoccupazione e contrarietà alla situazione in essere, che rende il lavoro degli agricoltori insostenibile, considerati anche gli alti costi di produzione. Una situazione analoga si era già verificata nel 2016.

Il prezzo del grano è stato quotato 22 euro/quintale dalla Granaria di Milano lo scorso martedì (circa 20 euro/quintale su Alessandria considerati i costi di trasporto delle partite); era 35 euro/quintale lo scorso 14 ottobre.

A seguire, Confagricoltura e Cia hanno chiesto un incontro con il prefetto di Alessandria Alessandra Vinciguerra per portare all’attenzione la sperequazione che si crea tra il prezzo del grano riconosciuto agli agricoltori in continuo calo e, per contro, l’aumento dei prezzi al consumo, che incide pesantemente sul carrello della spesa dei cittadini.

Le due Organizzazioni temono fortemente che gli agricoltori italiani si troveranno a dover pagare le conseguenze di una crisi internazionale e di un meccanismo di speculazione del mercato. Si ricorda, infatti, come la Commissione Europea abbia prorogato il blocco al 15 settembre delle importazioni di grano, mais, colza e semi di girasole dall’Ucraina sul mercato di cinque stati limitrofi, membri della Ue: Bulgaria, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria. In questi Paesi è consentito esclusivamente il transito dei prodotti ucraini, che possono però essere importati negli altri Paesi dell’Unione o fuori UE.  In Italia si sta registrando, pertanto, un consistente aumento degli arrivi di cereali dal nord-est europeo che crea un evidente squilibrio del mercato, aggravato da un aumento dei costi già sostenuti dalle aziende per realizzare la produzione, quando i prezzi del carburante e dei concimi erano alle stelle.

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