UN MUSEO A CIELO APERTO TRA LE ALPI

Siro Viérin, un artista innamorato delle sue montagne, ha realizzato un “museo a cielo aperto” tra le Alpi

Una escursione tra arte e cultura locale 

Partite da Cheverel, antico borgo di La Salle a mt. 1480, Patrizia e Giusy, hanno deciso di dedicare una giornata all’ambiente, all’escursionismo e alla cultura. E così, inforcata l’auto, imboccata strada regionale 26, sono scese a Saint Pierre e da lì sono salite a Saint Nicolas da dove hanno proseguito per la bella località di Vetan, che si trova a 1.670 metri di altezza.

Lì hanno parcheggiato l’auto e, zaino in spalle, hanno preso il sentiero per il Rifugio di Mont Fallère che si trova a 2.385 metri di altezza.

Il sentiero, che è piuttosto ripido, dopo un primo tratto scoperto entra in un bosco, ma poi, verso i duemila metri torna ad aprirsi regalando spazi panoramici unici!

E le sorprese sin da subito non mancano. Infatti salendo e già nel bosco si incontrano sculture lignee che sorprendono per la loro fedeltà alla realtà dell’ambiente e più ci si avvicina al Rifugio, queste rappresentazioni diventano sempre più ricche e frequenti.

Le nostre due escursioniste sono infatti capitate nel bel mezzo di un “Museo a cielo aperto” che trova all’intorno e dentro una caratteristica baita, il Rifugio di Mont Fallère, che è il punto di arrivo di questa spettacolare ambientazione.

 Una bellissima escursione, che si conclude in questa baita costruita nel 2012 da Siro Viérin, ma che sembra antica perché tutta realizzata con materiali di recupero.

E Siro Viérin è anche l’artista che ha realizzato tutte le sculture che accompagnano l’escursionista sino a questo unico e stupendo Rifugio museo che solo una regione come la Valle d’Aosta sa offrire!

Gian Battista Cassulo

Per analogia, pubblichiamo un articolo già apparso sulle nostre pagine, nell’edizione n. 3 Aprile 2016 titolato “Il Giardino di Tugnin” a firma di Fabio Mazzari

Il “Giardino di Tugnin”

A Campo Ligure il museo a cielo aperto con le opere di Gianfranco Timossi

Ha aperto le porte ai visitatori nella giornata del Lunedì dell’Angelo, all’interno dell’evento ‘Pasquetta a Campo Ligure’, ma è possibile visitarlo in diversi momenti dell’anno previo contatto, il ‘Giardino di Tugnin’, un vero e proprio museo a cielo aperto, situato all’interno del centro storico del comune della Valle Stura, a pochissimi metri dal medioevale Castello Spinola. Il giardino, frutto di un’intensa opera di recupero e valorizzazione dell’area, è aperto al pubblico e visitabile dal 2011, il giardino-museo è, allo stesso tempo, la sede delle opere e l’atelier di Gianfranco Timossi, scultore che vive e risiede a Campo Ligure.

La nascita di questo giardino-museo è stata frutto di una volontà comune dell’artista, dell’Amministrazione Comunale e soprattutto grazie all’iniziativa di un gruppo di amici dello stesso scultore, capitanati da Tugnin, a cui è stato intitolato il giardino. Gianfranco Timossi, nato a Campo Ligure nel 1936, dove vive attualmente, già da bambino subì il fascino del laboratorio del nonno falegname, dove passava intere giornate e dove sorse il suo amore per il mondo del legno, Timossi si autodefinisce come non un’artista ma bensì un “manovale dell’arte” che ha realizzato opere frutto di impulsi, espressi con immediatezza inderogabile, per Timossi lo scalpello e il mazzuolo sono come la penna per uno scrittore.

Le opere esposte sono statue lignee caratterizzate da tre elementi particolari: l’uso di piante non più produttive (nessun albero è stato tagliato appositamente per realizzare le statue), la scultura realizzata interamente a mano senza ausilio di attrezzature meccaniche e, ovviamente, la particolarità delle figure rappresentate. Nel percorso del ‘Giardino di Tugnin’ sono le figure legate alla mitologia greco-romana a dominare, possiamo infatti ammirare le rappresentazioni in legno del dio del mare Poseidone, di Icaro intento a spiccare il suo volo o della terribile Medusa. La scelta di rappresentare figure legate alla mitologia classica non è casuale, l’artista, infatti, ha vissuto per un lungo periodo della sua vita in Grecia, nella splendida isola di Rodi. Insieme alle statue mitologiche Timossi ha realizzato diverse opere collegate al Cristianesimo, come il Cristo incatenato o il serpente tentatore, la rappresentazione della Divina Commedia di Dante, con l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso o legate a fatti storici, come la statua che raffigura l’eruzione di Pompei, con l’immagine di una madre che stringe a se i suoi due bambini. All’ingresso del museo, infine, l’unica statua realizzata non in legno ma in pietra, che rappresenta la “fontana dell’armonia”.

Fabio Mazzari

Fonte: “l’inchiostro fresco” n. 3 dell’Aprile 2016

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