LA “FIERA DI SANTA CATERINA” A NOVI LIGURE

La capitale dell’Oltregiogo si prepara ad ospitare la 416° edizione di questo storico appuntamento

Anche quest’anno, dal 1607 quando Genova soddisfa la richiesta dei notabili novesi di istituire una Fiera per il commercio dei bovini e degli equini, si ripete a Novi Ligure un appuntamento che nella storia della città rimane uno dei suoi capisaldi

Il “tacchino”, detto a Novi il “bibino”, è come per la Festa del Ringraziamento degli americani (22 novembre), il suo simbolo

Le origini storiche della Fasta di Santa Caterina

La Fiera di Santa Caterina da subito si impose sulle altre ricorrenze novesi, tenendo testa anche a quella che celebra la Madonna della Neve, Patrona della città e che si svolge il 5 agosto, per la sua particolarità “agricola”.

La “Fiera di Santa Caterina”, infatti, essendo a ridosso degli appuntamenti di San Martino (11 novembre) quando, con l’arrivo dei primi freddi, si concludevano i patti agricoli tra proprietari e mezzadri e in genere tra i contadini, aprendo le botti per il primo assaggio del vino nuovo, abbinato alle castagne.

Con il tempo e con il progredire dell’importanza della città, la Fiera divenne anche occasione di eventi culturali.

Nel 1838, con l’inaugurazione, dopo quattro anni di lavoro, del Teatro “Carlo Alberto”, oggi dedicato a “Romualdo Marenco” (ristrutturato dopo quarantuno anni di lavori – la ristrutturazione del teatro iniziò nel 1982 con l’assegnazione del progetto allo studio dell’Ing. Grossi Bianchi di Genova), a Novi venne abbinata con grande lungimiranza l’idea del commercio a quella della cultura, le due grandi eccellenze della storia locale.

Oggi la Fiera ha cambiato pelle: è una sorta di grande mercato, sempre più multietnico, dove sulle sue oltre 300 bancarelle si trova merce di ogni tipo, mentre il divertimento per grandi e piccini è garantito dal grande parco divertimenti, i “baracconi”, ormai sempre più luminosi e tecnologici, dove solo le “ochette” di plastica da pescare, sembrano resistere con i bambini pronte a prenderle all’amo.

Il risvolto agricolo della fiera però è praticamente andato perduto, se si esclude l’esposizione dei trattori che nei campi, come è giusto che sia, hanno manlevato uomini e bestie dalla fatica.

A nostro giudizio però il risvolto agricolo della Fiera andrebbe rinvigorito sotto l’aspetto della tutela dei nostri prodotti, presentando al pubblico le novità in materia di filiere agricole e, soprattutto, mantenere in vita l’esposizione zootecnica, punto d’eccellenza italiana nel settore agro-alimentare

Gian Battista Cassulo

Riprese video e fotografiche di Umberto Cecchetto

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