SULLE STRADE DEI VINI AROMATICI: ALLA SCOPERTA DEL BORGO DI STREVI

Il nostro Andrea Macciò in esclusiva per Inchiostro Fresco ha percorso un suggestivo tratto di una delle “strade del vinoche caratterizzano la regione Piemonte: la Strada degli Aromatici, nell’Alto Monferrato Acquese tra le provincie di Alessandria e Asti. Qua si producono, fra gli altri, il Brachetto, il Moscato e il Passito di Strevi

Strevi, borgo composto da una parte inferiore vicina alla stazione ferroviaria e una superiore dalle quale si apre lo sguardo sulla Val Bormida alessandrina, ha origine antichissime: si trovava infatti (almeno la parte bassa) sull’antica Via Emilia Scauri che congiungeva Vado Ligure a Tortona per proseguire poi per Roma. Dalle testimonianze storiche il borgo inferiore risulta essere quello più antico. Successivamente, gli strevesi avrebbero costruito il paese alto per ragioni di difesa, costruendovi la Rocca e le relative mura.

Fra le peculiarità di Strevi, c’è il corso principale del paese alto, nel quale ogni casa ha una piccola opera d’arte con una scritta in dialetto, dal quale traspare il forte legame con la tradizione e la saggezza contadina che caratterizza la provincia piemontese. Il dialetto di Strevi, come tutti quelli del Piemonte Meridionale, presenta alcuni tratti comuni con i dialetti liguri dell’entroterra e alcune affinità con quello della vicina Francia.

Acqui Terme (che anticamente si chiamava Carystum) fu fondata proprio da una popolazione ligure, gli Statielli. E passeggiando per il corso di Strevi, leggiamo così che “Cit fa cherdi che i asu a volu” o “Pulenta e Lat buy quatr saut e a l’è diger” e  che, senza dubbio “Tic i trop i stravacu”

Tra gli altri punti di interesse di Strevi, il Castello, che nonostante le modifiche strutturali mantiene ancora lo scalone e il Camino dei Conti Valperga, la Chiesa Parrocchiale, dove si possono ammirare le opere del pittore Pietro Ivaldi di Ponzone detto “il muto” (1810-1895), caratterizzato da un tratto neoclassico, influenzato dai maestri del Rinascimento e dal contemporaneo Mengs.

Ivaldi fu attivissimo nell’acquese e nell’astigiano, oltre che nel casalese, nel vercellese e in alcune zone dell’entroterra ligure, come Sassello e Rossiglione. Nella Chiesa di Strevi troviamo una riproduzione del San Michele Arcangelo di Guido Reni.

Camminando per il corso con occhio attento si trovano inoltre “edicole” simili a quelle genovesi (le nicchie con statue rappresentati la Madonna o altri soggetti religiosi) e portali di grande rilievo artistico.

In mezzo ai vigneti della Valle Bagnario, sulle colline che sovrastano il paese si trova inoltre “La grande panchina” o “Panchina dell’amicizia” installata nel 2020 in occasione della camminata Slow Food.

La panchina è parte del circuito “Big Bench Community Project” diffuso in tutto il Piemonte Meridionale. La prima panchina “fuori scala” è stata costruita a Clavesana nel 2010 da Chris Bangle. Da allora ne sono state poste quasi 150, alcune anche fuori regione (Liguria, Toscana e Piemonte).

L’obbiettivo è quella di portare l’attenzione su territori bellissimi, ma relativamente esclusi dal circuito del turismo di massa, e favorire lo sviluppo di un turismo di prossimità.

In Piemonte le “grandi panchine” sono in buona parte poste lungo le numerose “Strade del Vino”.

                                       Andrea Macciò

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