LA MATTANZA DEI MAIALI

Cari lettori de “l’inchiostro fresco” dall’ufficio stampa del Confederazione Italiana Agricoltori di Alessandria (Cia), a firma di Genny Notarianni, ci è giunto un comunicato che ci lascia veramente di stucco!

Da questo comunicato – dove emergono l’indignazione e le proteste degli allevatori di suini fatte proprie dalla Cia di Alessandria – si apprende infatti che il Ministero della Salute ha emanato un provvedimento per il quale, in seguito alla diffusione della Peste suina africana (PSA) nei 78 comuni dell’alessandrino dove essa circola, si dovrà procedere alla: “macellazione immediata dei suini detenuti all’interno degli allevamenti bradi, semibradi e misti che detengono suini (…) e divieto di ripopolamento per sei mesi” e alla “programmazione delle macellazioni dei suini presenti negli allevamenti di tipo commerciale e divieto di riproduzione e ripopolamento per sei mesi”.

Migliaia di animali sani dovranno dunque entrare nella camera della morte, mentre nei boschi continueranno a circolare liberi i cinghiali malati che hanno innescato questa pandemia!

Il presidente Cia Alessandria, Gian Piero Ameglio, ha preso una dura posizione contro questo provvedimento ministeriale e ha definito quanto sta accadendo con queste parole: “La situazione è alla deriva totale e il provvedimento impone anche il divieto di riproduzione e ripopolamento degli allevamenti per sei mesi. La nostra protesta è anche per tutelare il diritto al lavoro dei nostri imprenditori agricoli, i cui capi sono controllati e sani ma ora devono essere macellati in via precauzionale nell’immediato”.

Gli ha fatto eco il direttore Cia, Paolo Viarenghi, che ha affermato: “Disporre la macellazione e non l’abbattimento significa anche non garantire il giusto risarcimento del danno causato alle Aziende. Ricordiamo che la fauna selvatica è proprietà dello Stato, e lo stesso Stato che non riesce a gestire il problema dei selvatici in suo capo, vede come unica soluzione la macellazione con ripercussioni enormi sulle attività private”.

Eppure per garantire quel equilibrio naturale, sul quale il nostro ecosistema è basato sin dai tempi della sua creazione, ci sarebbe.

Ce lo ha illustrato il co-portavoce metropolitano di Europa Verde – Verdi di Genova, Angelo Spanò, il quale da noi raggiunto ci ha dichiarato che: “La soluzione per eliminare le epidemie tra i cinghiali, potrebbe venire dal lupo come riporta un articolo apparso Greenreport dell’11 dicembre 2018, dove viene citato il caso della Slovacchia. In Slovacchia – ci ha detto Spanò – il lupo ha saputo dimostrare un ruolo essenziale nell’aver tenuto a bada il diffondersi delle epidemie tra gli animali selvatici perché, da esperto cacciatore qual è, sceglie come prede i soggetti più deboli di un branco, aggredendo, come nel caso dei cinghiali, quelli ammalati o anziani”.

Il lupo dunque come medico della natura, ma anche i cacciatori potrebbero essere una delle risposte affinché queste pandemie non si diffondano in modo esponenziale.

Certo è che noi, di fronte al comunicato del Ministero della Salute, rimaniamo di stucco e non vogliamo vedere animali sani mandati al macello e   vedere animali malati scorrazzare liberi nei boschi.

Gian Battista Cassulo

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