NOVI LIGURE: LA LOTTIZZAZIONE BETLEMME E LE PANCHINE ROTTE

La Novi degli anni Settanta fu caratterizzata da una politica urbanistica che premiava le cosiddette “lottizzazioni”

Il nuovo Piano regolatore della Città del 1968, appena entrato in funzione e che, contrariamente ad un trend demografico già in calo, prevedeva un’espansione urbana dai circa 33 mila abitanti dell’epoca a circa sessanta mila abitanti, conteneva infatti una norma per la quale su lotti accorpati in un unico sedime dalla superficie complessiva di almeno 10 mila metri quadrati, sarebbe stato possibile prevedere una edificazione di due metri cubi per metro quadrato a fronte delle altre aree dove era possibile edificarne solo la metà.

Vi fu così la corsa all’accaparramento di terreni contigui, che iniziò nel 1973 con la posa della prima pietra della lottizzazione “Marenco” realizzata in via san Giovanni Bosco dall’Impresa Italo/Argentina di Angelo Ravera, che finì i lavori nel 1977, e si concluse con la lottizzazione Edil-Fa dell’impresa Giusti e Massone, il “Palazzo di vetro” di via Garibaldi, avviata nel 1983 e terminata nel 1994. Il tutto per un totale di undici lottizzazioni realizzate tra il 1973 e il 1994

Tra queste lottizzazioni, quella che meglio si attenne ai principi che avevano ispirato questa politica urbanistica, ovvero quella di distribuire razionalmente su un sedime spazi abitativi alternati ad aree verdi, parcheggi e servizi condominiali, fu la lottizzazione “Primavera” realizzata in Crosa della Maccarina dall’Impresa Pastore e progettata in qualità di committenti dagli Ingg. Ravasi e De Paoli tra il 1973 e il 1977.

Un’altra di queste lottizzazioni si contraddistinse invece per una inusuale interpretazione dell’allora Piano regolatore del 1968, non già accorpando in un unico sedime vari lotti contigui di terreno per raggiungere i 10 mila metri quadrati necessari ad ottenere l’aumento di cubatura, ma asservendo al sedime principale ove erigere gli edifici, altri lotti sparsi, purché ricadenti nella stessa zona urbanistica prevista dal Piano Regolatore.

Nacque così nel 1977 la lottizzazione Betlemme, realizzata dall’Impresa Alfa e Beta, che sorse su un lotto di terreno delimitato da via Felice Cavallotti, Via Trieste e Via dei Mille, dove un tempo esisteva una fornace, ma che non aveva però a disposizione i 10 mila metri necessari per ottenere il beneficio dell’aumento di cubatura edificabile.

I progettisti riuscirono comunque, secondo una innovativa interpretazione del Piano Regolatore che a quei tempi sollevò un nutrito dibattito, a raggiungere la quota dei metri quadrati necessari, accorpando al lotto principale, quello più appetibile, vari altri mini lotti sparpagliati nella stessa zona urbanistica prevista dal Piano regolatore stesso.

E così sulle ceneri dell’antica fornace da anni in disuso, sorsero i prestigiosi condomini dal moderno, per l’epoca, rivestimento in clincher che ancora oggi possiamo vedere molto ben tenuti, con accesso su via Trieste e via Garibaldi, e per sfruttare al massimo quel sedime, che non raggiungeva i 10 mila metri quadrati, i progettisti riuscirono ad aggirare anche la norma sulla distanza tra edifici, congiungendo gli spigoli dei cornicioni dei fabbricati, facendoli così passare come unica costruzione sotto lo stesso tetto e quindi esenti dal rispetto delle distanze di rito.

Le aree destinate a verde e a parcheggio necessarie per ottenere la licenza edilizia per la lottizzazione furono invece distribuite su sedimi separati, anche molto distanti tra loro, uno dei quali addirittura all’incrocio tra via Cavallotti e via Verdi e indicato come parcheggio ad uso della lottizzazione Betlemme, ma ora edificato in seguito alle successive varianti al P.R.G..

Su uno di questi sedimi c’è quello deputato ad area verde sito in fregio a Via Trieste e posizionato accanto ad uno dei condomini della lottizzazione Betlemme.

Noi siamo andati a vederlo e lo abbiamo trovato in disordine, abbandonato e con alcune delle panchine di legno distrutte.

Ora non sappiamo se quest’area è ancora di pertinenza della lottizzazione “Betlemme” o se, nel frattempo, è passata nella disponibilità dell’Amministrazione comunale, però ai nostri occhi stride la differenza di quanto abbiamo visto, ad esempio, nella lottizzazione “Primavera” che, essendo stata realizzata su un unico sedime accorpato, presenta migliori caratteristiche di ordine e manutenzione. 

Gian Battista Cassulo

Note tratte da “Il manualetto dell’Amministratore locale” – 1995 di Gian Battista Cassulo e Renato Milano, “Il tramonto della vecchia Novi” – edizioni Lo Scettro ai Cittadini a cura di Gian Battista Cassulo

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