“IN POCHE PAROLE”, ANTOLOGIA DI MICRONARRATIVA

Nasce nell’Oltregiogo la prima antologia di micronarrativa italiana

Nasce nell’Oltregiogo la prima antologia di micronarrativa italiana. In poche parole. Antologia di micronarrativa edito da Puntoacapo (Pasturana, Al) e curata da Alessandro Pertosa è la prima antologia di prosatori italiani che si cimentano con un genere letterario di fatto sconosciuto in Italia, diffuso prevalentemente oggi nei paesi anglosassoni, ma anche in Spagna e in America Latina.

 I racconti brevi dell’antologia sono caratterizzati dal proporre uno scritto specificatamente narrativo entro il limite delle duemila battute.

Alcuni autori o autrici hanno optato in diversi casi per scritti ancora più sintetici. Oggi, nell’epoca dei social, del giornalismo on line, del ritorno del “romanzo a puntate” 2.0 sulle piattaforme apposite come wattpad, la brevità del testo è spesso associata alla scarsa accuratezza linguistica, in una sorta di incontro al ribasso tra domanda di lettori perennemente distratti da altro e offerta degli autori dei testi.

La micronarrazione al contrario assomiglia in un certo senso alla poesia ermetica: le parole, proprio perché costrette in una gabbia quantitativa, sono scelte con la massima ricercatezza; i mini-racconti sono caratterizzati da una tensione narrativa altissima, con il lettore introdotto direttamente nel centro dell’azione e in mezzo ai personaggi, ovviamente senza nessuna premessa che li presenti.

C’è spesso una quota di implicito e non detto che comporta in un certo senso la collaborazione di chi legge alla narrazione: i mini-racconti presuppongono un’ideale interazione con “lettori attivi”.

Si tratta di un certo senso di una rottura con la tradizione classica della narrativa italiana, nella quale quello che è considerato il “classico” per eccellenza, ovvero I promessi sposi di Alessandro Manzoni, è caratterizzato da lunghe descrizioni introduttive dei nuovi personaggi. Questo tipo di scelta stilistica è ancora oggi molto diffuso nella letteratura italiana.

I mini-racconti dell’antologia non sono caratterizzati da un genere dominante: ne troviamo alcuni dal taglio più realistico, come Follia Notturna di Cristina Cappellini e Strawberry Girl di Patrizia Germani, e noir come Imprevedibilmente di Mauro Ferrari e Mister Boy di Peter Gemito. La cifra prevalente dei racconti appare tuttavia quella fantastica e “horror” con moltissimi racconti pervasi dalla presenza a volte esplicita a volte imprevista del soprannaturale, da “La casa dove ballavano i morti” di Alice Pezzi a “L’ultimo treno” di Osvaldo Semino a “Normale” di Rinaldo Caddeo. Alcuni ci mettono di fronte alla realtà da punti di vista “particolari” come Metempsicosi e Zoe e le altre. Un altro tema molto ricorrente è quello del viaggio, con numerosi racconti ambientati tra treni, stazioni e aeroporti. L’essenzialità di queste narrazioni appare particolarmente adatta a evocare la quota di mistero e di metafisico che pervade una quotidianità apparentemente banale.

Un esperimento letterario davvero interessante, con queste “fulminanti” narrazioni nelle quali chi legge si immerge anche solo per pochi minuti. Un lavoro, come si sottolinea nella prefazione, anche interessante dal punto di vista didattico, come possibile spunto per educare a una scrittura nella quale la concisione e la brevità non siano associate per forza ad approssimazione e povertà linguistica.

                                               Andrea Macciò

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