L’ACQUA CHE BEVIAMO È SICURA?

In un rapporto di Greenpeace, la presenza di PFAS nell’acqua, ma Gestione Ambiente e EGATO 6 rassicurano

Cari lettori in merito ad alcune notizie in merito allo stato di salute delle nostre acque, pubblichiamo questa nota desunta da alcune comunicazioni di Gestione Ambiente e EDATO 6, che sostanzialmente rassicurano l’utenza in merito alla presenza di PFAS nell’acqua potabile rilevata da un rapporto di Greenpeace. Marta Calcagno

La presenza di Pfas nelle acque potabili del Piemonte è stata rilevata da un rapporto di Greenpeace, e non interessa solo l’area della provincia di Alessandria, dove questo tipo di inquinamento è già noto, ma anche in oltre 70 comuni della città metropolitana di Torino, incluso il capoluogo.

COSA SONO I PFAS

I Pfas sono composti chimici utilizzati dall’industria, ovvero acidi molto forti resistenti alla degradazione, i cui primi campioni li troviamo negli anni ’40, ad oggi si contano circa 4 mila tipi di queste sostanze altamente nocive per la salute che principalmente contaminano l’acqua.

671 CAMPIONI D’ACQUA ANALIZZATI

Sono 671 i campioni di acqua a uso potabile di cui gli enti locali piemontesi hanno condiviso i dati, analizzati tra il 2019 e il 2023. Nel 51% è stata riscontrata la presenza di Pfas, con le maggiori positività riscontrate nella provincia di Alessandria.

Come detto, si tratta di molecole di sintesi (composti chimici) utilizzate in numerosi processi industriali e definite inquinanti eterni perché impossibili da degradare. Secondo un nuovo rapporto appena pubblicato da Greenpeace e basato soprattutto su dati ufficiali degli enti pubblici regionali, che la ong ha potuto visionare direttamente, in Piemonte circa 125mila persone (quasi il 3 per cento della popolazione) potrebbero aver bevuto acqua contaminata da Pfoa (ndr.: acido perfluoroottanoico), una molecola del gruppo dei Pfas inserita dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) nel gruppo che include le sostanze cancerogene e a cui queste persone sono state esposte.

LE RASSICURAZIONI

Con riferimento ai contenuti del rapporto di Greenpeace Italia “PFAS e acque potabili in Piemonte”, Gestione Acqua S.p.A. ed Egato6 Alessandrino hanno fornito una serie di approfondimenti e chiarimenti, precisando che l’acqua distribuita rispetta i limiti e gli standard di sicurezza prescritti dalla legge

Anzitutto, sottolineano i due enti, l’acqua distribuita rispetta gli standard di sicurezza prescritti dalla legislazione vigente sia quelli che entreranno in vigore nel 2026, Inoltre, nei casi in cui si sono riscontrate tracce in concentrazione prossima ai futuri limiti, Gestione Ambiente e Egato 6 precisano che sono già attuati interventi di riduzione dei valori a scopo puramente cautelativo, mentre, nella stragrande maggioranza dei campioni e dei parametri analizzati, le concentrazioni risultano inferiori ai limiti di rilevabilità strumentale o presenti in tracce appena superiori allo stesso.

COSA DICE LA LEGGE SUI PFAS

Sebbene nell’inquadramento normativo vi sia una mancanza di limiti e metodi normati di rilevazione degli PFAS, sin dal 2020, di concerto con le autorità preposte, in Provincia di Alessandria è stata avviata una campagna di monitoraggio in aree selezionate, estesa ad oggi su tutte le proprie fonti di captazione.

Ad esempio sui circa 5.500.000.000 di litri d’acqua distribuiti in un anno dall’acquedotto di Tortona, la presenza di PFAS sarebbe di circa 105 grammi.

La redazione

PFAS: la normativa di riferimento

Per quanto attiene all’aspetto normativo, con l’introduzione del D.Lgs n. 18/2023 del 23/02/2023, l’Italia ha recepito ed attuato la Direttiva UE 2020/2184 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano. Con lo stesso sono stati introdotti per la prima volta alcuni nuovi parametri, tra cui PFAS-totale e somma di PFAS, che andranno controllati a partire dal 12/01/2026.

Il Decreto prevede anche la messa a disposizione delle linee guida tecniche sui metodi analitici per quanto riguarda il monitoraggio PFAS, compresi i limiti di rilevazione, i valori di parametro e la frequenza di campionamento. Questi aspetti dovevano essere stabiliti dalla Commissione Europea con previsione, per quanto noto non rispettata, entro il 12/01/2024. 

Gestione Acqua ricorda, inoltre, come nel decreto le unità di misura indicate siano i microgrammi mentre nel rapporto in oggetto è stata utilizzata una scala inferiore i nanogrammi (0,1 microgrammi sono pari a 100 nanogrammi) dando quindi valori apparentemente superiori.

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