NOVI LIGURE: UNA CITTA’ CHE MUORE?

Nella sola centralissima Via Girardengo prima del Natale 2022 abbiamo contato 12 negozi chiusi e la popolazione sta scendendo sotto i 28 mila abitanti

Per il Natale 2022 sono rientrato a Novi Ligure (Al) sia per una riunione di redazione, sia per gli auguri ad amici e parenti e, facendo un giro per il Centro storico, nella sola centralissima via Girardengo, ho contato ben 12 negozi chiusi, per non parlare dell’altra centralissima via Roma, dove lì ormai c’è il deserto e mi hanno detto che la popolazione dai 33 mila originari è scesa a forse meno di 28 mila abitanti!

Su “Il Secolo XIX” del 5 gennaio 2023 si legge che uno storico negozio di articoli per bambini attivo a Novi Ligure (Al) sin dal 1972, “Baby Stile“, con le vetrine affacciate sulla centralissima Piazza della Repubblica, ha chiuso definitivamente i battenti, e contestualmente, sempre leggendo su “Il Secolo XIX” del 6 gennaio 2023, si apprende che nel vicino Outlet di Serravalle Scrivia, gli affari per i saldi di fine stagione stanno andando a gonfie vele, con visitatori/consumatori provenienti da tutte le parti d’Italia e anche del mondo, si capisce che c’è qualcosa che non va!

Qualcosa non ha certo funzionato nella politica locale perché a fine anni Sessanta, quando entrò in vigore il Piano Regolatore Generale presentato dall’allora sindaco Armando Pagella, si prevedeva uno sviluppo urbano parametrato su una città di ben sessantamila abitanti e ancora nel 1986, quando tutti capirono che tali previsioni non si sarebbero mai avverate per la denatalità in corso, con una variante al P.R.G. si continuò comunque a pensare, ora sindaco Mario Angeli, ad uno sviluppo urbano, pur ridimensionato, su una popolazione di 39 mila abitanti, ma adesso possiamo dire che anche quella prospettiva fu errata. Profondamente errata!

Sostanzialmente a partire dalla fine degli anni Sessanta la città allargò a dismisura la sua superficie urbanizzata a tutto vantaggio della speculazione urbanistica e a tutto svantaggio del settore produttivo e commerciale, le cui potenzialità avrebbero dovuto invece essere messe in risalto a partire dalla valorizzazione del Centro storico cittadino e delle industrie locali (penso ai suoi marchi storici di gran pregio conosciuti a livello nazionale, dalle biciclette ai filati) già esistenti, come ad esempio la creazione di un vero e proprio Polo dolciario, ambito dove Novi da tempo era già leader!

Vedendo dunque la desertificazione in corso di quello che un tempo era il “salotto” di Novi e girando poi per il resto di Novi, mi sono reso conto che ormai questa città si è trasformata in una periferia, in un “non luogo” dove l’allegria e la vivacità di un tempo ormai non esiste più e così, rispolverando il nostro archivio, ho riesumato questo filmato risalente al 2015, che vi ripropongo qui di seguito e che lo titolammo: “Erbasson tour“!!!

Una riflessione conclusiva: forse per fare rivivere Novi ci vorrebbe una nuova classe politica meno demagogica e più realistica, che si prenda a cuore le cose semplici, di base, come ad esempio curare la manutenzione dell’esiste a partire dalla pulizia urbana e che sappia respingere ogni atteggiamento speculativo, premiando invece chi si impegna per la valorizzazione della città, come stanno facendo quei privati che oggi si stanno industriando per recuperare le vecchie facciate artistiche dei palazzi nobiliari del Centro storico.

Ci vorrebbe insomma un po’ di amore per la propria città!

Gian Battista Cassulo

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